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Alfarano sottolinea l’eterna crisi della maggioranza

Ventura e Desario sono una nuova minaccia per Cascella?

«Rimanere in Consiglio Comunale a fare il proprio dovere non è una vergogna – ha scritto su Facebook il consigliere comunale Giovanni Alfarano in seguito alle tante critiche ricevute, anche sullo stesso social network – ma significa rispettare il mandato ricevuto. Siamo stati eletti per essere presenti e per partecipare alle scelte politiche. Far venire meno il numero legale è una tecnica obsoleta. Barletta merita risposte, merita un Consiglio Comunale produttivo. Poi, non si comprende il perché il resto del centrodestra decide in alcune sedute di rimanere in Aula richiamando il senso di responsabilità in altre cerca di far venire meno il numero legale […]». Alfarano, infatti, nel consiglio comunale di lunedì 25 luglio ha retto il numero legale per poter far passare gli equilibri di Bilancio; senza la sua presenza, nonostante tutte le opposizioni compresa quella di centrodestra di cui l’ex candidato sindaco è parte, il numero minimo di 16 voti non si sarebbe potuto raggiungere, vista l’assenza improvvisa dall’aula anche dei due consiglieri di maggioranza Grazia Desario di Area Popolare e del capogruppo del PD, Pasquale Ventura. Dunque l’inverosimile: un capogruppo di maggioranza che non vota, e un alfiere del centrodestra barlettano che salva la baracca.

Giovanni Alfarano, Consigliere comunale

Già da alcuni mesi il consigliere Alfarano aveva abbandonato il gruppo di Forza Italia, dichiarandosi indipendente, come hanno fatto anche altri tre consiglieri di centrodestra, più la Dascoli che eletta con i voti del centrodestra è passata già da tempo nella maggioranza. Il centrodestra barlettano, dunque, offre ancora una volta il fianco alle critiche. Lunedì la spallata non è riuscita, se la priorità fosse stata quella di mandar a casa Cascella, come del resto hanno tentato di fare il resto dei consiglieri di opposizione abbandonando l’aula proprio in quel momento, anche se è doveroso ricordare che in altre occasioni parti dell’opposizione avevano votato con la maggioranza, in questi casi senza enfasi dichiarata. Alfarano, nel tentativo di giustificarsi, risponde alle accuse di tradimento mosse dai suoi ex compagni di coalizione ribadendo che il suo non è un passaggio al centrosinistra, ma un gesto di coerenza, aggiungendo che le critiche, numerose bisogna riconoscerlo, rappresentano forse il motivo per cui il centrodestra non ha mai vinto alle elezioni comunali. I problemi certamente restano ben visibili all’interno della maggioranza che non c’è, non ci sono i numeri tanto da aver bisogno del voto di Alfarano, non sottolineare ciò sarebbe come guardare al dito e non alla luna; proseguono gli sgambetti interni che sanno un po’ di delusione per assessorati non ricevuti. Altro che crisi risolta! Anche Cascella lo ha ammesso ancora una volta, probabilmente questa pausa estiva servirà un po’ a tutti a schiarirsi le idee, compresi i cittadini-elettori, lasciando ancora sul tavolo la questione poco chiara delle dimissioni dell’assesore Dimaggio, e la nomina dell’assessore alla cultura la cui delega è detenuta dal Sindaco dalle dimissioni della Caroppo dallo scorso autunno. I rimpasti di Giunta, veri (quella politica di meno di sei mesi fa) o minacciati, consumatisi negli scorsi mesi non paiono aver sortito effetti positivi sulla conduzione politico-amministrativa che resta ancora prigioniera di logiche partitiche.

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