Home Attualità «Casa canonica, a quando una scelta concreta?»

«Casa canonica, a quando una scelta concreta?»

L'abbattimento arriva in consiglio comunale: la nota di Sinistra Unita

«Oggi pomeriggio torna a riunirsi il consiglio comunale di Barletta in un clima sempre più fosco per la maggioranza. Dopo il “salto della quaglia”, in maggioranza, di quello che sarebbe dovuto essere il capo dell’opposizione di destra in consiglio, siamo al caos più totale”. Ha il via così la nota a firma del portavoce di Sinistra Unita per Barletta-Sinistra Italiana Giuseppe Defazio. «In questo contesto di disorientamento-scrive Defazio-il governo della città non perde tempo per presentare e chiedere l’approvazione dell’ennesimo provvedimento a discapito dei cittadini e dell’utilità pubblica, ovvero il permesso a costruire una palazzina di tre piani con 4 appartamenti in via Vitrani previo l’abbattimento della vecchia chiesa del Buon Pastore (Villaggio del Fanciullo), sita sempre in via Vitrani. La richiesta di tale permesso, pervenuta al comune dal parroco del Buon Pastore, passa dal consiglio comunale poiché viene richiesta una deroga ai vincoli stabiliti dal Piano Regolatore Generale di Barletta. In merito a tale provvedimento ribadiamo quanto già affermato in vista del precedente consiglio comunale, nel quale era calendarizzata la discussione in oggetto, sottolineando con forza che il terreno su cui è presente la vecchia chiesa è di proprietà comunale e la concessione di quel terreno alla parrocchia è finalizzata esclusivamente ad opere di pubblica utilità».

“Dov’é carità e amore, lì c’è Dio” recita un testo CEI, di certo ciò è fattibile in luoghi in cui le persone si aggregano, condividono spazi ed esperienze, in luoghi in cui si può esercitare la pubblica utilità. «La pubblica utilità-insiste Defazio-infatti, in un quartiere senza servizi per giovani ed anziani, è rappresentata da luoghi di ritrovo per i cittadini, centri di socialità, aule studio, palestre popolari, e non da una palazzina composta da 4 appartamenti ed un parcheggio auto, che piuttosto rappresentano un investimento sicuro di capitali nel mattone e qualcosa di utile solo per i privati. L’utilizzo di un suolo pubblico, proprietà dei cittadini, per una struttura che non risponde ai bisogni e alle esigenze di chi vive il quartiere. Medaglie d’oro, è l’ennesimo atto amministrativo che al bene della comunità antepone interessi privati, nel solco di una vergognosa gestione della “cosa pubblica”».

«Non c’è solo una criticità relativa alla pubblica utilità dell’immobile per il quale si chiede il permesso di costruire ma c’è anche un profilo di natura urbanistica da dover analizzare: questa amministrazione chiede di operare in deroga allo strumento urbanistico, proponendo una variante edilizia, a sottolineare la poca attenzione ai temi dello “stop al consumo del territorio” e della riqualificazione dei fabbricati esistenti limitando il consumo di volumetrie. E’ perciò evidente il filo rosso che collega l’azione politica di questa amministrazione in materia di urbanistica e l’azione politica dei due consiglieri regionali di Barletta: non è un caso se questi ultimi, padri ispiratori della nuova maggioranza PD(commissariato)-NCD, nel marzo di quest’anno, in consiglio regionale abbiano richiesto ed ottenuto la proroga di un anno dell’applicazione del nuovo strumento urbanistico regionale PPTR tanto temuto poiché aumenta le tutele e le restrizioni in favore della conservazione del paesaggio e degli immobili esistenti. Dal carteggio pervenuto al gruppo consiliare, inoltre, non si evince se e quando il Comune di Barletta abbia contattato la sovrintendenza ai beni archeologici tenuto conto che il fabbricato per il quale si chiede il permesso di costruire insisterebbe in una zona archeologica nella quale potrebbero essere presenti reperti di interesse storico come quelli rinvenuti nello spazio adiacente il liceo classico “Casardi” ».

«La nostra compagine consiliare di Sinistra Unita per Barletta – Sinistra Italiana ha già avuto modo di esprimersi contro il “partito del mattone” e la speculazione edilizia, e continueremo a farlo anche nel prossimo consiglio comunale e anche su questo provvedimento-conclude Defazio-Non riusciamo infatti a spiegarci come la celerità che l’amministrazione ha nel mettere in campo un provvedimento del genere, non sia la stessa che la contraddistingue nel gestire e superare i mille problemi della città. Dalla messa in opera del sottopasso di via Einaudi, i cui i lavori sono sostanzialmente fermi, allo stato di incuria generale e sporcizia in cui versa la Città e le sue strade, passando dall’oggettiva incapacità di risolvere la questione ambientale, l’amministrazione e il Sindaco sono fermi al palo ad aspettare Godot».

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