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Il NO al referendum costituzionale del prof. Villone

Le ragioni dell’ex senatore contro la riforma, nell’incontro promosso da Sinistra Italiana

Sicuramente questa campagna referendaria ha messo in luce grandi divisioni tra le fazioni politiche, partigiane per una parte o per l’altra, esistenti in Italia; il timore per l’esito referendario ha fatto sì che si mettessero, il governo è responsabile sopra tutti, fatti importanti per il nostro Paese (pensiamo al terremoto che ha sconvolto il Centro Italia) come argomenti di seconda o terza pagina rispetto al tentativo riformistico. Il dibattito politico locale e nazionale da molte settimane a questa parte si è appiattito unicamente su questo dibattito. Mancano pochi giorni al referendum costituzionale confermativo della riforma già approvata dal Parlamento a firma Renzi-Boschi. Il 4 dicembre prossimo non è prevista la necessità del raggiungimento di un quorum, ma determinerà l’esito referendario la maggioranza di coloro che si recheranno alle urne.

15133940_10209756332118458_1192688892_oPer la campagna a sostegno del No a questa riforma, ieri sera si è svolto, presso la sala consiliare al primo piano del teatro Curci, l’incontro promosso da Sinistra Italiana con il prof. Massimo Villone, professore universitario emerito di Diritto Costituzionale all’Università di Napoli “Federico II”, già senatore del PDS poi DS, nella XIII Legislatura ha ricoperto fra l’altro il ruolo di presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato; ha fatto parte della Commissione bicamerale per le riforme costituzionali voluta da Massimo D’Alema. Il professore ha posto l’accento, con grande competenza ed interessante analisi critica, sugli aspetti fondamentali che tale riforma propone: in cosa esattamente rappresenterebbe l’ostacolo del Senato, tanto da richiederne una così drastica riforma fino a farne una Camera esautorata di potere. Ha dato risposta a quelli che, secondo Villone, sono i principali luoghi comuni utilizzati dalla propaganda per il Sì: la riduzione dei tempi del processo legislativo non apparterrebbe alla verità, a dimostrarlo alcuni esempi di leggi fortemente volute dai governi passati (es. il Lodo Alfano o la riforma Fornero) approvate da entrambe le Camere in poche settimane; su i risparmi, com’è noto, la riduzione sarebbe soltanto di 50 milioni l’anno come dichiarato dalla Corte dei Conti: tuttavia, riducendo alcune spese militari, o anche evitando sprechi come l’aereo che il Presidente del Consiglio utilizza per i suoi viaggi di Stato, sarebbe possibile ottenere risparmi simili non ledendo il diritto democratico della rappresentatività del Senato. La riforma prevede, inoltre, un vero e proprio “esproprio delle competenze” per gli enti locali, cominciando dalle Regioni, tranne quelle a statuto speciale, le Province saranno completamente eliminate, dunque si tornerà ad un pesante accentramento dei poteri nelle mani del Governo centrale. Il superamento del bicameralismo paritario non è effettivo, infatti, sempre secondo l’ex senatore, poiché per diversi argomenti di legge (come quelle costituzionali o referendari) il potere bicamerale rimane. Espressi dubbi anche sull’eventuale composizione del nuovo Senato (74 consiglieri regionali, 21 sindaci e cinque senatori di nomina quirinalizia) espressi in maniera differente, aggiungendo «l’incompatibilità prevista dalle Regioni a statuto speciale a svolgere il doppio incarico di senatore e consigliere regionale»; inoltre il principio stabilito “dell’interesse nazionale” consentirà alla Camera di espropriare gli enti locali di temi concernenti le particolarità dei territori su cui ricadono. Ancora, i referendum propositivi sono solo una promessa di questa riforma visto che necessiteranno di un’ulteriore legge costituzionale. La concentrazione di potere nel Governo e nelle mani del suo premier creeranno un ostacolo alla democrazia parlamentare italiana. «Vorrei lasciare ai miei figli un’Italia democratica, almeno quanto quella che abbiamo trovato»

Per i saluti è intervenuto nella parte iniziale Antonio Matera del Comitato per il No “Piero Calamandrei” di Barletta; ad introdurre la serata Maria Campese, capogruppo di Sinistra Unita-Sinistra Italiana in Consiglio comunale, e Carmine Doronzo, consigliere comunale e membro del Comitato promotore nazionale di Sinistra Italiana, rappresentando il senso ritenuto negativo delle riforme messe in atto da questo Governo finora. L’incontro è stato moderato dal giornalista Roberto Straniero.

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