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Chi bussa a questo convento?

Gli ex conventi marciscono, non ditelo ad assessori e dirigenti

A cura di Tommaso Francavilla

Lasciare marcire gli antichi ex conventi di Barletta è una ottusa prassi, meglio edificare parchi disumani ed altre costose di operazioni di facciata elettorale, di facile presa verso l’elettore di Wannà City (Barletta). Eppure, esiste una delibera di giunta, datata 2013, in cui gli ex conventi rientrano nei beni immobili comunali “da valorizzare”. Iniziamo da uno dei gioielli architettonici di proprietà comunale: l’ex convento di S. Domenico, situato in corso Cavour,  abbandonato e inutilizzato. Venti anni fa, l’edificio fu affidato dalla amministrazione ad un consorzio nazionale, che si assunse l’onere di restaurarlo completamente. In cambio del restauro, il convento fu ceduto al consorzio per 15 anni. Un paio di anni fa, il convento è tornato al Comune, ma la copertura del tetto presentava  gravi cedimenti. Gli stessi cedimenti, oltre a compromettere l’utilizzo del fabbricato, causano gravi infiltrazioni d’acqua, in caso di pioggia.

ex convento s.andrea
L’ex convento di Sant’Andrea

Per salvare la faccia e la facciata, sono stati affissi alcune gigantografie sulle finestre dell’ex convento, rappresentanti i figuranti della Disfida, in questo modo, lo sguardo del passante è rapito dalle foto e distolto dalla decadenza della struttura. Per favore, non riferite nulla all’assessore ai lavori pubblici Marina Dimatteo (nuora Buzzi-Unicementeria),  lei è impegnata a fare installare la pensilina per gli autobus a piazza Manfredi, dopo la “segnalazione” della consigliera ex M5S Desario,  esponente della demagogia da  4 soldi dei  5 Stelle.  Una bega tra comari, utile a distogliere la gente dai problemi seri della città. Intanto, il grandioso palazzo s. Domenico resta fradicio e marcio di infiltrazioni d’acqua.

L’ex convento di S. Andrea, di origini medioevali, adibito a carcere dal 1876 fino agli anni ’80 del secolo scorso, è divenuto  un rudere di proprietà comunale.  Nel giugno 2014, il sindaco Cascella afferma:«L’Amministrazione  si è fatta carico di stanziare le somme per un primo stralcio funzionale per il consolidamento delle fondazioni per 2.650.000 euro, da avviare dopo l’approvazione del progetto da parte della Soprintendenza ai beni culturali e ambientali. Per completare il restauro del complesso monumentale è necessario reperire risorse per  10 milioni di euro».

Ai “piani alti” del potere lo sanno bene: restaurare e recuperare questi  antichi immobili non avrà mai lo stesso impatto mediatico-politico del costruire miserie architettoniche come il Parco dell’Umanità. Lo stesso convento, rientrava tra le priorità della amministrazione, assieme all’ampliamento del porto e al recupero dell’ex distilleria. A quanto pare, le priorità dell’amministrazione sono cambiate: cercare di non  implodere come sta già accadendo all’ex convento.

A seguire, pubblichiamo la delibera di giunta comunale:”Piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari” del 2013.

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