Home News Fughe di gas in città, la richiesta di Calabrese: «Servono indagini Georadar»

Fughe di gas in città, la richiesta di Calabrese: «Servono indagini Georadar»

«L'ultimo episodio due settimane fa in via Cioce, non si attendano tragedie»

Una mini-emergenza che provoca la richiesta a gran voce di interventi. «Nell’arco di soli due anni a Barletta si sono già verificati tre episodi di fuga di gas. La prima in via Milano, che risale al 25 aprile 2015, è costata la vita all’operaio dell’Italgas Nicola Delvecchio, mentre cercava di arrestare una fuga di gas provocata da una malaccorta gestione di uno scavo per l’installazione della fibra ottica. La seconda si è invece verificata tra via Einaudi e via Fracanzano. La terza e più recente è avvenuta solo pochi giorni fa in via Dante Cioce a causa della perforazione di un tubo da parte di una ruspa durante i lavori per urbanizzazione e fibra ottica». A scrivere è il consigliere comunale Gennaro Calabrese, firmatario di una lettera aperta.

«Ci tengo a ringraziare i Vigili del Fuoco, i tecnici dell’Italgas e del Comune e le forze dell’ordine per aver affrontato l’emergenza con tempestività e competenza, seppure in una situazione di evidente rischio e difficoltà -scrive Calabrese- Tutti questi episodi sono dovuti al fatto che il Comune ha a sua disposizione delle mappe cartacee non corrette che nessuno si decide ancora ad aggiornare. Un modo semplice e poco invasivo per  effettuare verifiche nel sottosuolo consisterebbe nell’utilizzo delle indagini Georadar, una tecnica che utilizza una strumentazione altamente sofisticata che rileva il percorso di linee interrate metalliche e non metalliche rendendo visibile l’impiantistica nascosta formata da tubazioni e cavi interrati.  Essa permette di eseguire un’ottima mappatura dei sottoservizi e rende possibile valutare sul posto i rilievi eseguiti. Onestamente ritengo a dir poco inaccettabile che dopo tre episodi di fuga di gas verificatisi in così breve tempo e una vita spezzata non si svolgano ancora queste indagini Georadar e non si metta in campo una piattaforma digitale e catasto dei sottoservizi consultabile da chiunque debba effettuare scavi di vario genere nel sottosuolo. Invece di rilasciare dichiarazioni alla stampa dopo l’ennesima tragedia sfiorata piene di bei propositi -conclude la nota- bisognerebbe cominciare ad agire e anche in fretta. L’ultimo episodio è avvenuto nei pressi di una scuola stracolma di studenti. La posta in gioco è alta. Quanti morti dovremo piangere ancora prima che l’Amministrazione si dia una mossa?»

 

Exit mobile version