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“Barletta antirazzista” contro lo sciacallaggio delle destre cittadine

«Antirazzismo è integrazione, solidarietà. Inutile fare la guerra agli ultimi della società»

Musica, attività per bambini, murales e disegni, accompagnati da un aperitivo multiculturale hanno fatto da sfondo a un dibattito pubblico con la cittadinanza sui temi dell’antirazzismo e dell’antifascismo, che ha avuto luogo ieri a partire dalle 19 presso i giardini di viale Giannone.

L’iniziativa, sostenuta dalle associazioni Anpi Bat, Arci Circolo “C. Cafiero”, Barletta Antifascista, CGIL BAT, Confraternita Misericordia Barletta, HOME & HOMME ONLUS, LIBERA Barletta, Sinistra Italiana Barletta e Unione degli Studenti Barletta, è stata ritenuta necessaria per condannare la deriva populista e nazionalista che sta interessando l’intera Europa e che a Barletta si manifesta sotto forma di sciacallaggio mediatico da parte di organizzazioni di estrema destra, che sfruttano il clima di incertezza vigente per scopi politici.

«È necessario ribadire l’illegittimità del razzismo, della guerra ai migranti, che è semplicemente una guerra tra gli ultimi. Vogliamo manifestare anche per evidenziare altri problemi della città, come l’inquinamento, il lavoro nero, lo sfruttamento, problemi per cui non possono essere imputabili persone che arrivano da un passato difficile per cercare una vita migliore- ha affermato Ruggiero Quarto, membro di una delle associazioni che hanno organizzato l’evento. – Anche la presenza dei bambini ha un valore, perché tutte le associazioni coinvolte credono che le scuole possano aiutare a scardinare il razzismo. I bambini non vedono le differenze, che vengono invece inculcate loro dagli adulti, per cui bisogna partire da loro per liberarci dalla retorica razzista».

«Vogliamo dedicare questo evento alla memoria dei fratelli Vitrani, partigiani barlettani che hanno imbracciato le armi per combattere il nazismo, morti all’età di 18 e 20 anni. – sono le parole di Alessandro Zagaria- La loro è una storia di coraggio e di innocenza disarmante. Uno dei due fratelli, prima di essere fucilato dai nazisti, sperava di non essere colpito in volto, perché sua madre potesse riconoscere il suo cadavere. L’altro scriveva di non aver paura della morte, perché aveva combattuto qualcosa di più mostruoso ed era fiero di sacrificarsi per la libertà.

Oggi vogliamo rivendicare quest’anima antifascista di Barletta. Alzare la voce contro chi vuole scatenare odio e diffondere il bisogno di solidarietà tra, migranti, precari, disoccupati, lavoratori sfruttati nelle nostre campagne, poiché siamo tutti uguali. Se c’è un degrado e una mancanza di decoro nella nostra città è colpa di chi devasta il nostro ambiente, abbatte i nostri ulivi e sfrutta gli ultimi della società. L’individualismo e l’esclusione sono l’anticamera dei regimi totalitari, che tornano a minacciare l’Europa e che osteggeremo a tutti i costi».

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