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Una messa per ricordare Don Salvatore Mellone

Appuntamento alle 19 nella Parrocchia del SS. Crocifisso

Giovedì 29 giugno 2017, a Barletta, nella Parrocchia SS. Crocifisso, alle ore 19.00, in occasione del secondo anniversario della sua morte, sarà celebrata una santa messa in ricordo di Don Salvatore Mellone (1977-2015), sacerdote per 74 giorni. La celebrazione sarà presieduta da Don Marcellino Nwodo. Don Salvatore Mellone è nato a Barletta il 7 marzo 1977, in età adulta matura la vocazione al sacerdozio, per cui nel 2011 comincia il cammino di formazione presso il Pontificio Seminario di Molfetta, rivelandosi subito uomo di preghiera, di profonda spiritualità e di grande spessore culturale.

Nel giugno 2014 scopre di essersi ammalato di un tumore all’esofago. Quando le condizioni di salute si aggravano tanto da far pensare al peggio, don Salvatore esprime al suo Parroco prima, Don Ruggiero Caporusso, quindi all’Arcivescovo Pichierri, il desiderio di essere ordinato presbitero prima della conclusione del suo iter formativo.

A seguito di un oculato discernimento operato da Mons. Giovan Battista Pichierri, dai responsabili del Pontificio Seminario di Molfetta, sentito il parere della Santa Sede, l’ipotesi di ordinazione presbiterale diventa realtà il 16 aprile 2015: “Le motivazioni di Salvatore – si legge in una nota congiunta dell’Arcidiocesi di Trani-Barletta- Bisceglie e del Pontificio Seminario Regionale di Molfetta – non si possono ridurre semplicemente ad un desiderio personale di diventare presbitero, ma sono sostenute e avvalorate da un attento discernimento sulla chiamata, che ha sentito confermata in sé, anche nei momenti della malattia (….). Le motivazioni che hanno portato mons. Pichierri ad ordinarlo, sono state: il coronamento di un cammino serio e coerente, anche nella malattia, e l’edificazione del popolo di Dio e dei sacerdoti e seminaristi, che può venire da questa particolare testimonianza vocazionale”.

La vita da sacerdote di don Salvatore è durata 74 giorni, intensi, vissuti nel letto della malattia a casa sua, che hanno registrato l’attenzione e l’interessamento di centinaia e centinaia di persone, vicine e lontane, e che, nella sua vicenda, hanno intravisto la presenza di qualcosa di speciale, quasi un richiamo al Divino, all’Oltre, all’Altro , in lui che aveva detto: “oggi, da presbitero, prendo la consapevolezza che l’aderire ai dolori immensi del Cristo, , così come fanno tanti altri miei fratelli, spalanca varchi di luce sul mistero del soffrire”.

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