Home Associazioni APE: «Soddisfatti solo in parte dal nuovo Regolamento sui Dehors»

APE: «Soddisfatti solo in parte dal nuovo Regolamento sui Dehors»

Primi commenti nell’intervista agli esponenti dell’associazione di categoria

In attesa di poter leggere il nuovo testo del Regolamento sui Dehors, ovvero quegli spazi esterni attigui ai locali pubblici adibiti con tavolini per le consumazioni, aggiornato con l’approvazione del Consiglio comunale di lunedì scorso dopo un lungo percorso di cui vi abbiamo già parlato, abbiamo raccolto i primi commenti dell’associazione di categoria APE (Associazione dei Pubblici Esercizi), con il suo presidente Giuseppe Centaro, il vicepresidente Antonio Quarto e il segretario Tito Derossi, che ci tengono a ribadire la loro più totale estraneità alla vita partitica non essendo espressione di alcuna parte politica particolare respingendo ogni tentativo di strumentalizzazione.

Il Regolamento è stato finalmente aggiornato, con un ritardo forse di sette mesi vista la polemica scoppiata proprio durante il mese di gennaio, periodo che era stato deputato alla rimozione dei Dehors: gli esercenti possono ritenersi soddisfatti di un percorso che l’Amministrazione ha definito condiviso e partecipato?

«Innanzitutto voglio sottolineare l’infelice attacco subito dalla nostra categoria e dalla nostra associazione, nell’essere stati accusati da parte di alcuni consiglieri di maggioranza di aver “comprato” alcuni consiglieri d’opposizione che hanno presentato degli emendamenti a nostro favore, poi comunque non approvati. Il ritardo è forse superiore visto che ciò che è accaduto a gennaio è stato solo il culmine, ma le nostre richieste di aggiornamento erano precedenti. Fortunatamente la scelta del periodo di “pausa” per i Dehors non sarà più solo il mese di gennaio, ma a discrezione dei gestori come da noi richiesto. Possiamo dirci soddisfatti dell’approvazione di questa nuova regolamentazione, anche se in parte visto che molti temi da noi sottolineati restano inevasi. Per poterci meglio pronunciare attendiamo la pubblicazione del testo da parte degli uffici comunali; certamente le bagarre nel Consiglio di lunedì non sono state piacevoli, offendendo spesso la categoria».

Molti emendamenti proposti in Consiglio comunale non sono stati approvati: c’è qualcosa in particolare su cui avreste voluto che l’attenzione del Regolamento si fosse soffermata?

«Ci sono diversi punti da noi non condivisi nel nuovo Regolamento: penso all’opportunità finora esistente di lasciare le strutture e gli arredi all’esterno durante le ore di chiusura, nel nuovo testo questo non sarà più possibile come invece accade in moltissime località del mondo. Chiaramente questo è contro i piccoli imprenditori i cui locali, spesso nel centro storico, non hanno lo spazio per conservare i tavolini e le sedie all’interno. Poi c’è la questione della COSAP che prevede un rincaro notevole delle tasse per gli esercenti del centro storico, beneficiando e differenziando quelli della periferia. Appena potremmo leggere il testo ufficiale del Regolamento così come aggiornato, di cui la grande confusione in Consiglio non ha agevolato una corretta e chiara comprensione, interverremo sui singoli punti».

L’armonizzazione e la convivenza fra gli imprenditori che hanno investito, spesso agevolando le potenzialità di sviluppo turistico della città e contribuendo all’occupazione di molte persone, e i cittadini soprattutto residenti nelle zone interessate che hanno il sacrosanto diritto a vivere e godere al meglio gli spazi pubblici, è stato il filo conduttore che ha ispirato tale regolamentazione: esiste, secondo lei, quel “superamento della tolleranza trasformatasi in abuso” di cui ha parlato spesso l’assessore alle Attività Produttive Gammarota?

«Sicuramente: è innegabile che ci siano realtà che sono sfociate in abuso, ma i primi danneggiati da questo sono gli imprenditori di questa categoria che rispettano le regole e le leggi; non possiamo essere la valvola di sfogo anche a causa di chi non rispetta le regole. L’argomento investe anche il sistema delle emissioni sonore, che necessita di essere regolamentato, ma che non può escludere la possibilità di lavorare per i locali, pur nel rispetto e nell’armonia con i residenti: prescrivere che si possa far musica senza amplificazione è assurdo. Tanti restano i punti su cui vorremmo che si fosse intervenuti in maniera differente nel Regolamento».

Exit mobile version