Home Attualità Due anni senza Giulio Regeni, Barletta chiede verità

Due anni senza Giulio Regeni, Barletta chiede verità

Una fiaccolata silenziosa per riflettere e pretendere giustizia

Il 25 gennaio 2016 scompariva in misteriose circostanze Giulio Regeni, il giovanissimo dottorando italiano la cui barbara morte è avvenuta in Egitto, durante il quinto anniversario delle proteste di Piazza Tahir. Pochi giorni dopo ne fu accertata la morte. La sua salma trasudò indizi di reiterate torture atroci. Da allora la tensione diplomatica tra Italia ed Egitto si è acuita inevitabilmente. Anche Barletta ha partecipato alla manifestazione nazionale “Due anni senza Giulio – Verita’ per Giulio Regeni”, indetta da Amnesty International Italia e fortemente voluta dai genitori di Giulio per mantenere alta l’attenzione su un omicidio che ha sconvolto l’intera nazione. In più di 100 piazze d’Italia ci si è riuniti in una fiaccolata silenziosa per chiedere che siano rese Verità e Giustizia. A Barletta la toccante manifestazione è stata organizzata dal Gruppo Giovani 063 di Amnesty International Bisceglie in collaborazione con l’ARCI Circolo “Carlo Cafiero” nella sede del Grow Lab. Indicativa la presenza di molti giovani alla silente commemorazione: anche Giulio in fondo era pur sempre un ragazzo,  convolato in Egitto per proseguire i suoi approfondimenti di ricerca, e che per i legami che si supponeva avesse con il movimento sindacale (in opposizione col governo del generale al-Sīsī) è stato ferocemente mutilato e martirizzato.

Verità

“Se ne è fatta una questione politica ma la verità è che si tratta della morte di un ragazzo, che stava svolgendo il suo lavoro e che è stato ucciso. Il governo egiziano ha cercato di liquidare la questione dicendo che Giulio fosse stato ucciso da criminali comuni ma il suo corpo non ha potuto nascondere i segni inflitti dai cosiddetti professionisti della tortura” è la denuncia di Simona, responsabile circoscrizionale di Amnesty International di Puglia e Basilicata : l’associazione da due anni sta portando avanti una campagna che i presenti sono stati invitati a sottoscrivere per smentire questa menzogna e continuare a combattere per la verità. Il Grow Lab si è dunque tinto di giallo (colore di Amnesty), come gran parte d’Italia, diventando deposito di riflessioni, ragionamenti e raccoglimento. Durante la serata anche la proiezione di video in cui a parlare sono stati i genitori di Giulio, che hanno destinato agli ascoltatori parole toccanti e significative : “Il popolo oggi si tinge di giallo portando con sé una luce che intende illuminare la ricerca di verità e giustizia”. Quello che ci si si augura, dunque, è che venga fatta luce su una tragedia che è stata scomodamente occultata.

A cura di Carol Serafino

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