Il più giovane candidato, eppure con alle spalle un bel bagaglio esperienziale: due volte consigliere comunale, presidente di una Commissione consiliare, interprete dell’associazionismo culturale. Cosa vuole insegnarci e ripristinare?

«Questa condizione generazionale ha sicuramente influito positivamente sulla mia esperienza, nonostante in più occasioni mi fossero arrivati quei “buoni consigli” a desistere e riprovare in altri momenti quando sarei stato più maturo. Oggi vi è una generazione fin troppo matura, che ha conosciuto i colpi della crisi e, ciò nonostante, si è formata, è diventata competente e vuole sconfiggere questa sorta di precarietà materiale ed esistenziale, riaffermandosi con forza anche dal punto di vista politico. Questo ho cercato di fare in Consiglio comunale, come rappresentante di tutti i cittadini anche attraverso la Commissione consiliare Cultura, con la quale spero di aver dato un apporto significativo. Mi vengono in mente le cose fatte per la Biblioteca comunale, la possibilità di avere i libri di testo per gli studenti non abbienti, e i trasporti pubblici per gli studenti; un lavoro di accesso alla cultura fatto al fianco di tutta la cittadinanza. Anche, non da ultimo, rivendico la riapertura dell’ex chiesa della Sacra Famiglia come centro di aggregazione culturale, e tante altre iniziative avviate e che mi auguro di poter concludere se questa mia esperienza da candidato sindaco andrà in porto».

“Serve un reset generale”: ci eravamo lasciati così in un’intervista di dicembre. Oggi si presenta come candidato sindaco per la sua Coalizione Civica: non crede che sia troppo e fuorviante tutto questo ‘civismo’, visto il vostro chiaro legame con partiti politici?

«Il chiaro legame con i partiti politici non l’ho mai avuto, in quanto sono stato eletto per ben due volte come indipendente in liste sì politiche, ma che rimarcavano la mia provenienza dal mondo associativo e dai movimenti. Negli ultimi due anni, mi sono politicamente avvicinato a Sinistra Italiana, ma anche in quella esperienza ho cercato di spostare l’asse del dibattito con un orecchio ed un occhio rivolto a ciò che avveniva fuori delle stanze del potere, a tutto ciò che può creare politica all’interno del sociale. Ho sempre fatto battaglie in tale senso e credo che oggi la Coalizione Civica, che poi qualcuno ha voluto scopiazzare (non è il nome che conta bensì la sostanza), rappresenti un’idea di cittadinanza attiva, cioè proprio la volontà di tante persone di rendersi utili alla città e che la vivono in diversi modi. Alla fine, questi modi si possono sintetizzare anche attraverso un impegno amministrativo. Non è necessario che la militanza sia avvenuta all’interno di un partito per poter manifestare le proprie idee e vederle rappresentate nelle Istituzioni cittadine».31478677_10214323282289358_6038646266383040512_n

Avete chiuso con l’esperienza del centro-sinistra, non solo con il PD locale. Perché? A chi si rivolgono principalmente i suoi appelli elettorali?

«Quell’esperienza non l’abbiamo chiusa noi, l’ha chiusa la cittadinanza e l’intero popolo italiano. Un elettorato ampio, vasto e democratico che ad un certo punto aveva ben sperato e creduto in un progetto politico, quello del centrosinistra che cercava di riaffermarsi dopo gli anni del ‘berlusconismo rampante’ e delle promesse non mantenute; ha visto che anche quell’esperienza è stata menzognera con il renzismo: il PD che visto in Renzi il suo massimo esponente, ha scimmiottato quell’esperienza lì. Spesso la sinistra è stata dalla parte dei più forti anziché dei più deboli. Credo che, anche a livello cittadino, il PD abbia fallito la sua missione. Il problema allora oggi non è che io prenda le distanze dal PD, il problema è di chi ancora crede e spera che quel centrosinistra sia vivo quando in realtà gli elettori gli hanno staccato la spina. Per noi è naturale la fuoriuscita da quel progetto, ma noi in quel progetto non ci siamo mai davvero entrati, ma siamo sempre stati la voce critica, tant’è vero che già prima della campagna elettorale, in tempi non sospetti, anche qui a Barletta ne avevamo preso le distanze».

Da consigliere comunale prima e da candidato sindaco ora, il tema della partecipazione attiva è sempre stato un suo ‘cavallo di battaglia’. Però spesso la politica ne fa uno slogan vuoto, che poi non si realizza concretamente.

«È una domanda che credo abbia già in sé la risposta e la condivido in pieno. Oggi si fa un gran parlare di partecipazione, soltanto a ridosso delle competizioni elettorali; io, più volte sui social, sulla stampa ho parlato di una città viva contrapposta a una città morta, riferendomi a questo scontro ideale tra partecipazione e delega. Da una parte una città che vuole dire la propria, che vive nelle associazioni, nel mondo cattolico, nei movimenti, penso a quelli ambientalisti e culturali che propongono progetti ed eventi o a tutti quei giovani che organizzano eventi a ridosso delle festività; dalla parte opposta, una città morta fatta dai riti stanchi della politica, dal semplice meccanismo della delega: il cittadino ti vota e pensa di aver esaurito la propria funzione e ci si rivede tra cinque anni. Questo ha il diritto-dovere di essere attivo quotidianamente come pungolo dell’amministratore, ma l’amministratore ha il dovere di attivare questa partecipazione. Oggi il nostro è un percorso di partecipazione reale, ne stiamo facendo un nostro pride, un punto d’orgoglio durante la campagna elettorale, con i tavoli tematici e il programma condiviso».

Da chi è composta la sua coalizione? Sinistra Italiana, che è il suo partito di riferimento, sarà della partita?

«Il nostro progetto si chiama Coalizione civica perché ha una trazione prevalentemente civica ma il nostro civismo è ben altra cosa da chi nasconde i partiti dietro nomi fittizi da liste civiche: Cannito non può candidarsi con Forza Barletta nascondendo agli elettori che quella lista è in realtà Forza Italia. Noi invece chiamiamo le cose con il proprio nome. È chiaro che c’è un ancoraggio politico, io non sono mai stato un trasformista, quindi le liste partitiche si presenteranno con il loro nome e il loro simbolo e poi ci saranno delle liste civiche che rappresentano dei mondi. Il mondo piccolo-imprenditoriale che oggi punta sul turismo, sui servizi ricettivi e sull’innovazione, e poi il mondo culturale. I nomi di queste liste, oltre a Reset e Città futura che già conoscete, saranno presentati a breve. Sinistra Italiana ci sarà».

Avrà modo di spiegare il contenuto del suo programma elettorale in seguito, ora le chiedo quali i principali temi sul tavolo.

«Abbiamo chiamato i cittadini a discutere con noi nei tavoli tematici perché l’occhio vigile dei cittadini per noi è importante per segnalarci alcune criticità e proposte che attraverso i nostri tecnici e facilitatori stiamo trasformando in soluzioni. In primis ci sono il tema ambientale, la qualità del nostro mare, delle nostre coste e la possibilità di aprire più aree verdi. È una città che in questi anni è stata deturpata dal cemento e da continue speculazioni edilizie; città che noi vorremmo tornare a vedere respirare, quindi la questione dell’inquinamento, non solo dell’aria ma anche delle acque rispetto al quale va fatto un monitoraggio serio. C’è poi il tema del lavoro, dell’occupazione dei più giovani: noi crediamo che il Comune possa mettersi al centro di un circuito virtuoso che crei opportunità; non ci voltiamo dall’altra parte rispetto al dramma di molte persone che hanno perso il lavoro o che non lo hanno mai trovato. Il lavoro si può immaginare anche sul nostro territorio andando a fare rete con centri di ricerca, università e con le buone imprese che vogliono investire qui, puntando sulle nostre ricchezze culturali, ambientali e artistiche. L’altro grande tema è la cultura. Stop al consumo del territorio: dobbiamo tornare a guardare al ‘già costruito’, i nostri monumenti, i palazzi storici che vanno riaperti. La cultura può diventare un motore economico potente per la nostra città e può creare occupazione per i giovani e per tanti esperti. Riguardo alla gestione dei rifiuti, puntiamo sulla Strategia Rifiuti Zero e sulla tariffazione puntuale, che oltre a far pagare meno i cittadini che differenziano meglio può creare economia e lavoro. Mi preme anche parlare dello sport, ad esempio il progetto sulla piscina comunale va assolutamente ripristinato. L’altro tema è il sociale: l’apertura della struttura dell’Angioletto e l’aumento degli assistenti sociali per il Comune».