Home Attualità “Barletta Città Marinara”: un brand per il made in Italy

“Barletta Città Marinara”: un brand per il made in Italy

Lettera aperta di Nicola Palmitessa del centro studi "La cittadella innova"

«Barletta, città Smeraldina tutta fina e portentosa perché sportiva? Oppure città Smemoranda in cerca di una propria identità e di una locanda? Insomma, da quale identità ripartire per le future prospettive per le nostre città marittime e marinare, oggi in profonde agonie identitarie e culturali ed economiche, imprenditoriali e occupazionali, in primis Barletta?». A scrivere è Nicola Palmitessa del centro studi “La cittadella innova”.

«Dopo la grande riforma della portualità in Italia e della logistica – si legge nella nota – nonché dell’istituzione delle Zone economiche speciali (Zes) nel Mezzogiorno per attrarre a tuttora improbabili investimenti di capitali esteri, quale possibile brand che possa rilanciare il martoriato e svilito made in Barletta della città marinara? Mentre le allegre compagnie di investitori e mercanti locali si incamminano – direbbe Marco Polo – per “La valle iscura” (p. 314) degli sperperi e investimenti fallimentari, perché i cinesi, come ai tempi del Kublai Kan e di Marco Polo, tentano di acquisire tutto il capitale umano e commerciale possibili, magari provando a copiare legalmente il dominio web “barlettacittàmarinara”, ovvero il nostro brand e marchio dal nostro sito web, già ufficialmente presentato durante alcuni recenti convegni? Certo se la crisi economica è profonda. E il sindaco di Barletta, Cosimo Cannito, partecipando al tavolo della task force regionale, non poteva che auspicare “un interessamento diretto del presidente della regione Puglia Michele Emiliano, perché tutto quanto possibile venga posto in essere per la risoluzione migliore di tale vicenda”.  D’altra parte l’attenzione di un rilancio strategico di un brand che dia giusto tono al sistema economico, produttivo e culturale, trova significative testimonianze da alcune recenti testimonianze delle nostre autorità regionali, provinciali e cittadine, su un paio nostri volumi pubblicati, di cui il secondo in via di presentazione». Ed ecco la proposta cinese di acquisire il dominio web del nostro sito, giacché pare avrebbero già registrato: “barlettacittàmarinara.com”, “barlettacittàmarinara.net.cn”, “barlettacittàmarinara.org.cn”, “barlettacittàmarinara.asia”. Intanto provano ad acquisire tali marchi o brand sul piano legale – mi consola un amico – magari per utilizzarli un domani: quando e come loro riterranno commercialmente opportuno. Mentre a Sagunto si discute, a Roma (cioè il made in Italy) si muore. Intanto crediamo di essere in pochi a lavorare per un “Via Europea della Seta”, da “Barletta Città Marinara” Venezia passando anche per la Puglia di Barletta” dal sec. XII-XIII. Sempre se le nostre istituzioni pubbliche e imprenditoriali non sonnecchino tristemente, pensando alle festaiole città pagane del buon Gran Kane (Kublai Khan) o alle infelici “città dei morti”, di Italo Calvino.

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