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“Il Maestro e Margherita” strappa applausi al Curci di Barletta

Maiuscola prova attoriale per Michele Riondino nei panni di Satana

Al Curci di Barletta c’è il Riondino che ti aspetti e che non ti aspetti. È lui il giovane tarantino di belle speranze, il ragazzo umile, ambizioso, talentuoso chitarrista, fondatore della band “La setta dei poeti estinti” innamorato del teatro e della recitazione, partito dal Quartiere Paolo VI del capoluogo jonico con un forte impegno civile e un grande sogno da realizzare: diventare attore. L’Accademia d’Arte Drammatica, tanta gavetta, numerosi sacrifici in perfetta simbiosi con una ferrea volontà, sapiente tenacia, capacità innate e acquisite, per farla breve quella professionalità ed esperienza che lo hanno proiettato sul piccolo e grande schermo con risultati eccellenti e consensi positivi da parte del pubblico e della critica.

Poi c’è il teatro, parte importante della vita di Michele Riondino. Sul palcoscenico si scoprono i pregi e i difetti degli attori, la capacità di calamitare l’attenzione degli spettatori su una interpretazione accattivante, perfetta, oppure debole e priva di significato. Ebbene, al Curci di Barletta con “Il Maestro e Margherita” di Michail Bulgakov l’ottimo Riondino strega il teatro con il suo straordinario personaggio, quel Woland, diavolo goethiano parente di Mefistofele, figura cinica cattivissima e centrale dell’intero spettacolo che s’incarna nel suo corpo, nella sua voce con una espressione ed un ghigno che ricordano il Joker di Heath Ledger e il Jack Torrance di Jack Nicholson in Shining.

E così accanto alla carica attoriale che ti aspetti dal talentuoso Riondino, giunge la sorprendente prova di una maiuscola rappresentazione che abbraccia la qualità di un teatro vivo e di un prestigioso cast, di una produzione (Teatro Stabile dell’Umbria) da apprezzare e ammirare per l’attenta drammaturgia di Letizia Russo, l’accorta regia di Andrea Baracco, per la scenografia e i costumi di Marta Crisolini Malatesta, per le musiche di Giacomo Vezzani.

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Appare tutto tremendamente macabro, drammatico e straziante, si aprono e si chiudono le porte in scena, e la storia d’amore tra il Maestro e Margherita rimane imbrigliata nella ferocia del bene e del male, nella contraddizione tra illusione e verità. E fra i numerosi personaggi, il diavolo Woland ci mette lo zampino sullo sfondo di una Mosca atea dove il Maestro, Margherita, Pilato, Jeshua, pongono al pubblico gli interrogativi di sempre dell’umanità dove molti “liberati dal maligno sono rimasti maligni” si legge sulla lavagna.  Woland perfido e crudele, cercando anche di apparire simpatico, difende la sua funzione positiva in mezzo agli uomini nella vita di tutti i giorni. “Come apparirebbe la terra, se ne sparissero le ombre? Le ombre provengono dagli uomini e dalle cose” dice Satana nel suo monologo finale che vede i due amanti, il Maestro e Margherita, passare attraverso le porte dell’inferno. E sulle note del brano “Sympathy for the Devil” dei Rolling Stones termina la tragedia con i meritatissimi applausi del pubblico per tutti: Michele Riondino, Francesca Bonomo, Federica Rosellini, Giordano Agrusta, Carolina Balucani, Caterina Fiocchetti, Michele Nani, Alessandro Pezzali, Francesco Bolo Rossini, Diego Sepe, Oskar Winiarski.

Davvero una prova magnetica e superlativa da promuovere a pieni voti per Michele Riondino e l’intero cast in scena al Curci di Barletta anche questa sera alle ore 21.15 e domani alle ore 18.30.

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