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Chiesa di Sant’Andrea: culto e religione sulle mura di Barletta

L’antico edificio e la storia del tempio, le fosse degli appestati ed il convento

La chiesa di Sant’Andrea, sorge a ridosso delle mura che un tempo circondavano la città della Disfida. L’antichissimo edificio è situato a circa cinque metri sul livello stradale, per questo è dotato di una splendida scalinata da cui vi si accede. In realtà è possibile raggiungere l’interno della chiesa di Sant’Andrea anche da un altro lato, quello più interno al centro storico che si affaccia su una strada da cui si giunge in via Duomo.

Le origini della chiesa sono state per anni dibattute da numerosi studiosi, tra i quali alcuni affermavano che in precedenza l’edificio di Sant’Andrea fosse un tempio dedicato a San Pietro, secondo gli stessi sostenitori di questa teoria tempio ancora presente sotto l’attuale struttura, di cui si spiega appunto in questo modo l’altezza superiore rispetto al manto stradale. A sostegno di questa teoria non esistono però reperti storici o documentazioni.

Diversamente si pensa che probabilmente quello che rappresenta l’edificio sacro da noi conosciuto attualmente come chiesa di Sant’Andrea, in passato avesse al suo interno una chiesetta dedicata al Santissimo Salvatore e che il differente livello rispetto al manto stradale fosse stato voluto dagli angioini per consentire un più semplice accesso al mare, separato dalla cinta muraria dell’epoca proprio da una serie di rampe e scalinate. Tutta la zona di Santa Maria risulta infatti sopraelevata rispetto all’antica cinta muraria di Barletta, con i vicoli di accesso al quartiere che giungono in città attraverso scale e salite.

La chiesa del Santissimo Salvatore, probabilmente risalente al XII secolo, fu corredata dall’attuale chiesetta costruita dai Della Marra, poi passata ai frati Minori Osservanti che ne ampliarono e modificarono l’aspetto denominandola chiesa di Sant’Andrea. Nel 1578 fu fondato il monastero adiacente alla chiesa, poi utilizzato come scuola. Nel 1656 la peste fece sentire i suoi effetti anche su questa chiesa tanto che nella stessa struttura furono scavate delle fosse comuni in cui vennero seppelliti i cadaveri degli appestati. Dopo la peste proseguirono i lavori di ampliamento e restauro della struttura e del convento. La chiesa mostra infatti a livello architettonico una serie di stratificazioni dovute all’avvicendarsi dei popoli e degli anni.

All’interno della chiesa furono numerosi coloro che trovarono sepoltura, in seguito probabilmente, com’era d’uso all’epoca, di ingenti donazioni. Nel corso del Settecento il convento fu adoperato come quartier generale delle truppe militari dei francesi in città. Nel 1809 l’editto murattiano pose fine a numerosi ordini religiosi esistenti, tra cui gli stessi Osservanti. Il convento venne così consegnato al comune mentre la chiesa rimase aperta per le celebrazioni liturgiche. Il monastero, fino all’Unità d’Italia utilizzato prevalentemente dalle truppe militari, a partire dal 1876 fu adibito in parte a carcere ed in parte a caserma, mentre la chiesa rimase a lungo chiusa al pubblico. Negli anni ’30 i carabinieri trasferendosi nell’attuale sede lasciarono libero il convento. Nel 1959 la chiesa di Sant’Andrea elevata a Parrocchia iniziò ad esercitare una forte attrazione religiosa nei confronti della comunità, mantenuta tutt’ora.

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