Una stagione concertistica incentrata e concentrata interamente sui giovani per questo nuovo Barletta Piano Festival, inaugurata con buona risonanza durante la serata di mercoledì 11 settembre presso La Terrazza. Protagonista di questa tanto bramata “prima” un giovanissimo originario di Manfredonia: Osvaldo Fatone, classe ’95, ma con alle spalle un curriculum già di tutto rispetto. «Dedicare uno spazio ai giovani ci è sembrato giusto. Il pianista di questa sera è un giovane pianista molto capace, il programma che vi presenta è di grande effetto e di grande virtuosismo»: con queste parole il Direttore Artistico Pasquale Iannone ha accolto la platea, composta da veterani e da semplici curiosi, da giovani e meno giovani, in trepidante attesa per l’arrivo del portentoso musicista. Questa tredicesima edizione, come ribadito dal Presidente Francesco Saverio Caporale, nasce ancora una volta al servizio dell’arte, della creatività e dell’eccellenza musicale, e non poteva che essere inaugurata da un artista come Fatone.

70270859_472539036634205_5426642963193135104_nSebbene abbia solo 24 anni, infatti, è già laureato col massimo dei voti presso il Conservatorio Niccolò Piccinni di Bari e può vantare nella sua brillante carriera artistica masterclass e seminari con personalità di spicco del mondo della musica, esperienze notevoli, come i concerti solistici per il Circolo Ufficiali Forze Armate d’Italia e per il museo Venanzo Crocetti (per volerne citare soltanto alcuni) e solo lo scorso anno si è aggiudicato la vittoria della XIII edizione del Premio Nazionale delle Arti come miglior studente del suo settore artistico disciplinare. La serata è stata articolata in tre momenti, intervallati da lunghi ed entusiastici applausi, durante i quali Fatone ha abilmente eseguito le opere di tre pietre miliari del panorama musicale russo: Sergej Sergeevič Prokof’ev, Aleksandr Nikolaevič Skrjabin e Igor’ Fëdorovič Stravinskij. Oltre alla indiscutibile perizia tecnica, che ha visto i polpastrelli del ragazzo scivolare sui tasti regalando al pubblico performance da togliere il fiato, la particolarità di Osvaldo Fatone si è evinta anche nell’interpretazione pianistica, grazie alla mimica delle sue espressioni, che sembravano disegnare sul volto vere e proprie storie che dal pentagramma prendevano vita. Una serata all’insegna della musica, della beltà e del talento, che ha allietato i presenti, gratificato (e con grande merito) la padronanza e la bravura dell’artista e che ha rappresentato solo la prima di una lunga serie di appuntamenti dedicati alle doti dei più giovani e al potere ammaliatore dell’arte.

 

A cura di Carol Serafino