Home breaking “Io aggredito perché omosessuale”: la denuncia del giovane barlettano Daniele

“Io aggredito perché omosessuale”: la denuncia del giovane barlettano Daniele

I fatti sono accaduti nell'hotel in cui lavora, l'aggressore sarebbe un collega

Una vile aggressione, commessa in uno dei luoghi solitamente più familiari: sul posto di lavoro. Il motivo, almeno stando alla versione di chi l’ha subita, sarebbe ancora più vile dell’aggressione stessa: l’avversione di natura sessuale nei confronti di chi viene percepito come diverso, anche se non lo è. Tanto da trasformare l’odio in violenza. Come quella di cui è stato vittima un giovane ragazzo, Daniele Garrinella, 25 anni ancora da compiere.

Lavora a Barletta, presso uno degli hotel della città, che purtroppo è stato il teatro del brutale pestaggio subito da parte di un collega.

Botte che hanno lasciato i segni: è lui stesso a mostrarli in alcune foto pubblicate sul suo profilo Facebook, a corredo di un post pieno di indignazione con il quale denuncia quanto gli è accaduto.

Escoriazioni sul volto, sul collo, in testa, dietro l’orecchio: ma da quanto traspare dalle parole scritte dal giovane, a fare più male non sarebbero stati i colpi ricevuti, ma le ragioni che li avrebbero scatenati. In una parola sola, omofobia: letteralmente la paura, l’astio fondato sul pregiudizio, nei confronti delle persone omossessuali. Daniele lo è e questo sarebbe alla base, secondo la sua denuncia social, del comportamento violento di un collega, di cui il ragazzo pubblica anche nome e foto.

Ma a provocare rabbia e allo stesso tempo sdegno nella vittima, a quanto pare, non è stata l’aggressione in sé. O almeno, non soltanto quella. Peggiore delle botte sarebbe stata l’indifferenza: quella dell’intero personale dell’hotel, dello stesso direttore che (stando a quanto pubblicato sul profilo Facebook) da mesi avrebbero saputo delle minacce subite da Daniele da parte del collega, senza muovere un dito. Di contro, tra i commenti al post, compare anche quello della figlia del presunto aggressore, che scagiona il padre dall’accusa di omofobia, parlando di normale litigio tra due persone.

In ogni caso, il messaggio social della vittima si conclude con una domanda: siamo ancora convinti che l’omofobia non sia una vera emergenza? Per noi lo è e la risposta ce la forniscono le cronache, ancora troppo piene di episodi legati alla violenza di genere e di cui ancora troppo spesso siamo costretti a raccontare. E ci piacerebbe tanto non farlo più.

Exit mobile version