Home Ambiente Antonella Gentile: «Per me il viaggio è esplorazione, sia esteriore che interiore»

Antonella Gentile: «Per me il viaggio è esplorazione, sia esteriore che interiore»

E' tornata a Barletta la giovane esploratrice su due ruote

Una profusione di colori, sapori, paesaggi, un susseguirsi di volti, storie e vite: ecco cosa Antonella Gentile, rientrata da pochissimo a Barletta, ha portato alla libreria Einaudi lunedì 27 gennaio. Durante la serata la platea ha potuto ascoltare le sensazioni della ragazza, porle delle domande, e (principale intento dell’evento) ha potuto lasciare un libero contributo in denaro per una nobile causa: aiutare Emilia Lacerenza, la giovane mamma affetta da una rara forma di tumore. Antonella Gentile può essere considerata l’etnotesto vivente di un viaggio che, con il solo ausilio di bicicletta e tenda alla mano, l’ha portata a pedalare per 1200 chilometri, lontana dall’Italia per oltre 10 mesi. In un periodo storico in cui il mondo sembra contrarsi piuttosto che aprirsi al confronto, in cui al posto di spirito di collettività e unione vige il puro individualismo, viaggiare rappresenta un “mano a mano” simbolico con territori che possono farci scoprire cose che nemmeno avremmo mai immaginato, come affermato da Pino Curci, giornalista e moderatore della serata. Croazia, Slovenia, Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Lituania, Lettonia per poi giungere in Russia e, percorrendo tutta la Transiberiana, anche Cina e Giappone. Una vera e proprio peregrinazione, che ha alternato momenti di estasi esplorativa a momenti faticosi, in cui la giovane donna ha ammesso di essersi sentita a volte molto stanca, a volte molto sola. Ma d’altro canto, per lei «il viaggio è esplorazione, sia esteriore che interiore», come ha dichiarato parlando ai presenti, incuriositi dai suoi racconti.

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Tanti i video e le fotografie proiettati durante l’incontro, una testimonianza visiva di realtà geograficamente molto lontane, ma che in quell’istante sembravano essere lì, a pochi passi da noi. Antonella ci ha raccontato della disponibilità che ha incontrato viaggiando, ha affermato di aver ricevuto ospitalità, di aver avuto in dono da una signora russa (probabilmente intenerita dalla stanchezza fisica della giovane) un cesto di caramelle e prodotti locali tipici, ci ha detto di aver pedalato per un tratto di strada con un giovane conosciuto in Giappone, di essersi ritrovata bagnata fradicia sotto una fitta pioggia torrenziale e nonostante questo con un sorriso entusiasta. «A volte la stanchezza è tanta, a me piace tornare a casa. A volte mi è successo di sentirmi sfinita ma poi quando paragono le cose belle e le cose brutte, quelle belle vincono su tutto», ha proseguito Antonella. Una narrazione trascendentale, che ha quasi avuto potere di teletrasporto, che è stata un attestato prezioso dell’incontro fra culture diverse. Ma che soprattutto, ci ha dimostrato quanta empatia possa essere custodita nella gente. Il mondo è stato gentile con Antonella. Impariamo a restituirgli anche noi un po’ di gentilezza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A cura di Carol Serafino  

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