“Solo in una città del tutto incapace di gestire l’assetto del proprio territorio può accadere che un’area boscata perda come per magia quel vincolo e rischi di diventare un’enorme cava di pietra calcarea. Questo lo scenario manifestatosi sotto gli occhi di tutti durante l’ultimo Consiglio comunale del 22 aprile”. Così i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle Carone, Basile e Coriolano sintetizzano e commentano l’oggetto della delibera dell’ultima seduta.

“Tutto inizia nel 2016. Una ditta, già titolare di una cava di pietra calcarea in località Pozzelle, reitera la richiesta di ampliamento alla Regione Puglia per una superficie che passerebbe da un ettaro a circa dieci. La Regione chiede al Comune il parere di competenza, che risponde il 30/09/2016, asserendo che tali terreni sarebbero interessati, secondo il vigente PRG, da bosco e/o macchia mediterranea e quindi vincolati. Comincia così la battaglia legale della ditta tesa a dimostrare che in realtà su quei terreni non c’è alcun bosco.

L’amministrazione Cascella era evidentemente convinta che la Ditta avesse ragione, la quale a quel punto procede nella direzione indicata rapidamente e a suon di carte bollate, mentre il Comune non impugna gli atti, contribuendo così a spianare la strada verso quello che viene definendosi come un mero errore cartografico da correggere e verso l’ampliamento della cava. A maggio 2019 una sentenza del TAR impone al Comune di procedere alla rettifica cartografica entro 90 giorni. Il Comune semplicemente non fa nulla,finché il 25/02/2020 lo stesso TAR nomina un Commissario ad Acta che ha tempo 60 giorni per decidere al posto dell’ignavo Consiglio comunale.

“Una settimana dopo la nomina del suddetto, il 3 marzo il sindaco porta in Consiglio comunale una proposta di deliberazione che intende riconoscere e rettificare l’errore cartografico e quindi l’ampliamento della cava: il provvedimento è scarno, privo di allegati, senza alcun riferimento alle questioni legali in corso né alla nomina di un Commissario. Ci rifiutiamo di votarlo – scrivono i consiglieri – anche perché inutile: siamo oltre i tempi di scadenza in quanto la sentenza Tar non è stata impugnata e il Commissario, che è già stato nominato, non potrà che attenervisi riconoscendo l’errore cartografico!

Cannito, quindi, dichiara solennemente che a breve ci sarebbe stata una nuova deliberazione di segno diametralmente opposto: riceviamo altre tre proposte di cui l’ultima, la quarta, addirittura il 21 aprile che, prendendo atto dell’impossibilità di intervenire sul procedimento in corso, si configura come una mera enunciazione di buone intenzioni per il futuro.

“Questa questione non l’abbiamo mai presa in seria considerazione…nessuno di noi ha mai creduto che un simile scempio potesse accadere…è inimmaginabile un danno così grave al territorio”: così si è espresso il Sindaco nell’ultimo Consiglio comunale, dimenticando di essere il maggior responsabile della questione. Se avessimo un Assessore all’Urbanistica ne avremmo già chiesto le dimissioni per inerzia, insipienza ed incompetenza. Ma dall’inizio di questa consiliatura la delega all’Urbanistica è in capo al Sindaco Cannito. Tragga lui le conclusioni”.