Il mese di giugno di ogni stagione agonistica di tennistavolo è il momento più fausto, più fascinoso, più impegnativo, più emozionante, più sorprendente per qualsivoglia sodalizio rappresenti questa disciplina in ambito federale.Quale mai sarà la causa che genera cotante sensazioni? Semplicemente la partecipazione dell’associazionismo pongistico operante sull’intero territorio nazionale ai Campionati Italiani individuali di tutte le categorie, ovvero all’evento più prestigioso che chiude ufficialmente ogni anno agonistico con il brand FITET.

Per ben 38 anni consecutivi la Polisportiva Dilettantistica ACSI ONMIC Barletta, storico sodalizio pongistico attivo nella Città della Disfida dal luglio 1981, ha calcato tutti i palcoscenici dei Campionati Italiani svoltisi nelle più disparate località italiane, accettando di buon grado le fisiologiche disfatte ed esponendo nella bacheca societaria i gloriosi Titoli Nazionali conseguiti. Nella corrente stagione agonistica, stagione bruscamente interrotta tre mesi or sono dal “mostro invisibile” tristemente noto col nome di Covid – 19, il club barlettano si è visto costretto a rinunciare, obtorto collo, tanto al finale di stagione tradizionalmente carico di suspense quanto al prestigioso evento prima menzionato. Consapevole del tragico momento che ha vissuto la Nazione tutta a seguito dell’emergenza sanitaria, l’ACSI ONMIC Barletta ha rispettato scrupolosamente le restrizioni imposte dagli organi competenti con l’intento manifesto di salvaguardare la salute pubblica. Attraverso il D.P.C.M. emanato lo scorso 17 maggio, il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha disposto che dal 25 maggio tutta l’attività sportiva indoor sarebbe ripartita in tutte le palestre, sia pubbliche che private. L’incubo, quell’incubo che per oltre due mesi ha paralizzato qualsivoglia attività sportiva sull’intero territorio nazionale, inclusa quella sviluppata dalla Polisportiva ACSI Barletta, ha dato la sensazione di essere giunto al capolinea. Non sempre,tuttavia, talune sensazioni trovano immediato riscontro nella realtà. Ed ecco che, nonostante dallo scorso 25 maggio l’esecutivo nazionale ed il Presidente della Regione Emiliano abbiano autorizzato la riapertura delle strutture sportive, sia pubbliche che private, a tutt’oggi ( dopo ben tre settimane dalla data della ripartenza testé menzionata ), le locali Autorità non consentono ancora all’associazionismo dilettantistico (del quale il club pongistico barlettano è un insigne esponente) di poter riprendere la necessaria ed improcrastinabile attività di preparazione.

Dopo tre mesi di assoluta inattività, dopo ben tre mesi di ingenti perdite economiche (mancata acquisizione,da parte dell’a.s.d. barlettana, delle quote mensili di frequenza reinvestite nell’autotassazione) a causa del lungo stop, il sodalizio targato ACSI ONMIC Barletta è ancora ostaggio di una vera e propria tenaglia burocratica.
Il Settore Sport del Comune di Barletta, benchè informato in modo capillare della gravissima crisi che ha investito lo sport dilettantistico cittadino, temporeggia ancora sull’ineludibile riapertura degli impianti pubblici adibiti ad uso sportivo.Qual è l’indecifrabile ragione che ha indotto l’Organo Comunale a non adempiere, mettendo letteralmente in ginocchio tutte le associazioni dilettantistiche fruitrici delle strutture? E’ vero che, in una fase delicata come quella corrente, le Autorità preposte sono estremamente prudenti nel ripristinare il normale funzionamento delle strutture sportive pubbliche ma è altrettanto vero che non si può utilizzare il pretesto della sanificazione degli ambienti (operazione che compete esclusivamente agli Enti proprietari degli immobili e non certo ai soggetti fruitori degli stessi) per negare all’associazionismo sportivo dilettantistico un sacrosanto diritto sancito da un D.P.R.

Alla luce di una situazione che rischia seriamente di decretare la thanatos prematura di gran parte delle a.s.d. operanti nella Città di Barletta e, quindi, anche dello storico sodalizio pongistico denominato ACSI ONMIC, non resta che invocare l’intervento risolutivo del Primo Cittadino, dott. Cosimo Cannito, intervento finalizzato all’immediata riapertura di tutti gli impianti sportivi pubblici senza onere alcuno a carico di un associazionismo, quello locale, gia’ gravemente leso dall’emergenza coronavirus.
Le maglie intricate di una burocrazia vanno tempestivamente allargate per consentire all’espressione più sana e più pura dello sport (della quale il tennistavolo è parte integrante) di riprendere la sua operatività e la sua funzione sociale di straordinaria importanza.

Per porre fine a questa ingiusta ed inaudita sofferenza, le istituzioni locali si schierino subito a fianco dell’anello più debole dello sport, non caricando sulle fragili spalle di quest’ultimo insostenibili fardelli economici.