Negli ultimi tempi la Street Art, sempre più riconosciuta e apprezzata in Italia e nel mondo, sta attirando l’interesse dei barlettani. Uno dei principali responsabili è l’artista Borgiac, che sta disseminando per le vie del centro storico i suoi “attacchi d’arte”, ma non è il solo che si mette all’opera per riconvertire muri della nostra città. Inoltre, è una notizia di questi giorni che la Regione Puglia ha approvato un piano di finanziamenti per promuovere la Street Art, segno che le istituzioni hanno capito il potenziale di questa forma d’arte accessibile a tutti. Ne abbiamo parlato con Octopus, Rizek e Borgiac, tre artisti barlettani che negli ultimi anni hanno donato alla collettività le loro opere, suscitando stupore, gioia e, a volte, discussioni.
«Sicuramente la Street art istituzionalizzata toglie quel brivido dell’illegalità che l’ha sempre caratterizzata- ha dichiarato Octopus, autore, tra le altre, delle opere “Cristo chiodato” e dei “Cavalieri Anamorfici” sulla cancellata perimetrale del Castello -ma l’arte urbana è in costante evoluzione ed è un bene che si provi a trasformare le città in musei diffusi, le cui opere sono fruibili gratuitamente da tutti. Questo rapporto con le istituzioni era impensabile, finché non si è imparato a distinguere l’arte di strada, capace di trasformare muri grigi in grandi tele a cielo aperto dal vandalismo».
Ed è proprio la presenza di spazi vuoti tra i vicoli del centro storico ad aver ispirato Borgiac nelle sue ultime opere. Dopo aver realizzato due pitture murali dedicate a Denittis in via Sant’Andrea, che hanno allietato una Barletta deserta durante la quarantena, si è reso conto dell’esistenza di un gran numero di porte e finestre murate, alcune delle quali sono state usate per accogliere San Pietro, la stradina finta, e la sua ultima opera ancora in corso raffigurante la Madonna dello Sterpeto. Un lavoro che gli ha permesso di vivere la strada del centro storico nella sua autenticità, con il chiacchiericcio fitto fitto tra vicini di casa che fa da sottofondo alle sue pennellate. «Per occuparsi di spazi così delicati bisogna bilanciare un po’ di storia, di buonsenso e di bellezza, capire cosa può essere in armonia con lo spazio scelto – ha affermato- La street art è una seconda rivoluzione, simile a quella degli impressionisti, che voltarono le spalle al museo per dipingere ciò che vedevano dalla finestra. Solo che i loro quadri poi tornavano nei musei, mentre la street art rimane in strada, è un museo che abbatte qualsiasi barriera. Collega l’uomo qualunque e la bellezza dell’arte e attira gli apprezzamenti della gente semplice».
Anche lui all’opera in questo momento, per abbellire dei cubi di cemento posti ai piedi della scalinata in Via Mura del Carmine, Rizek ha alle spalle alcune opere commissionate dal Comune di Barletta e alcuni progetti in attesa di approvazione. «Dopo aver partecipato ad un bando presentando un mio progetto, il Comune ha iniziato a interessarsi alla mia arte, perché piace alla gente. Ci sono pochi artisti di strada a Barletta al momento. Speravo di stimolare con le mie opere nuovi artisti, ma ciò non è successo. Spero che l’istituzione di spazi in cui potersi esprimere liberamente possano dare coraggio a chi timidamente si affaccia a questo mondo, e che alcuni decidano di proseguire su questa strada, per arricchire il panorama di artisti della nostra città».