Home arte “Ettore Fieramosca” di Alessandro Blasetti al “D’autore- d’estate 2020”

“Ettore Fieramosca” di Alessandro Blasetti al “D’autore- d’estate 2020”

In programma per il 4 settembre presso il Lido I Ribelli di Barletta

“ETTORE FIERAMOSCA” DI BLASETTI A D’AUTORE D’ESTATE 2020 – IL CINEMA TRA SABBIA E STELLE
Prima della proiezione l’incontro con il sindaco Cannito, lo storico Russo e il regista Cascella
Prosegue con successo il progetto culturale realizzato dalla Multisala Paolillo “D’Autore D’Estate 2020 – Il Cinema tra Sabbia e Stelle” presso il Lido I Ribelli, sulla Litoranea Pietro Mennea di Barletta.
Anche questa settimana in calendario film di qualità e la speciale retrospettiva dedicata a Ettore Scola (“Brutti, sporchi e cattivi”), Pier Paolo Pasolini (“Il Vangelo secondo Matteo” di cui alcune sequenze furono girate nel Castello di Barletta), Ennio Morricone protagonista e geniale fuoriclasse di straordinarie colonne sonore, nella fattispecie “Nuovo Cinema Paradiso”.
Una particolare parentesi merita la proiezione gratuita, in programma venerdì 4 settembre alle ore 21.00, del celeberrimo film “Ettore Fieramosca” di Alessandro Blasetti interpretato dall’ottimo Gino Cervi e datato 1938.
La proiezione inserita nell’area tematica della rassegna “D’Estate D’Autore 2020 – Il Cinema tra Sabbia e Stelle”, dedicata a valorizzare la storia, i luoghi e i protagonisti del territorio, sarà preceduta alle ore 19.30 da una interessante conversazione con il sindaco di Barletta Cosimo Cannito, lo storico Renato Russo, il regista Daniele Cascella e Titti Dambra Direttore Tecnico del progetto culturale della Multisala Paolillo. L’incontro sarà coordinato dalla giornalista Floriana Tolve.
Il lungometraggio “Ettore Fieramosca”, liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Massimo D’Azeglio pubblicato nel 1833, è ispirato alla vicenda storica della Disfida di Barletta.
L’idea era stata proposta da Blasetti già nel 1935, ma non venne approvata dalla Direzione Generale della Cinematografia, l’ufficio del governo fascista incaricato di presiedere alla produzione italiana, che preferì, invece, realizzare “Scipione l’Africano”. Il regista tornò sul progetto nel 1937, sempre a partire dall’opera di D’Azeglio, proponendosi di reinterpretarla con molta libertà: “Il romanzo – dichiarò – non viene né escluso, né accettato, servirà come punto di partenza. Bisogna considerare l’epoca in cui scriveva D’Azeglio e sfrondarlo della simbologia di allora”.
Oltre all’esaltazione dell’orgoglio nazionale, il film assunse importanza anche sotto il profilo economico. Nel 1938, quando uscì, era stata istituita una forte limitazione sulle pellicole straniere e Blasetti propose un film spettacolare che potesse risarcire il pubblico italiano dai colossal più amati venuti dall’estero.
Lo sforzo produttivo fu enorme, il montaggio laborioso e l’uscita del film si trovò al centro di un caso che coinvolse i maggiori critici cinematografici e provocò l’intervento del regime. Nonostante tutto fu uno dei film italiani di maggior successo commerciale sul finire degli anni trenta. Avrebbe incassato oltre 5.580.000 lire dell’epoca, risultando, in tale periodo, tra le prime dieci pellicole più viste
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