Home Attualità Scuole riaperte, ma con Didattica Integrata: come rispondono i genitori barlettani

Scuole riaperte, ma con Didattica Integrata: come rispondono i genitori barlettani

Confusione e preoccupazione nella scelta tra scuola in presenza e didattica a distanza

L’ordinanza di Emiliano entrata in vigore a partire dal 30 ottobre che aveva chiuso tutte le scuole dell’obbligo ha generato una serie di polemiche e proteste, anche da parte della ministra dell’istruzione Azzolina. Dal 24 novembre le scuole primarie e secondarie di primo grado saranno riaperte per effetto di una sospensiva del Tar, ma il governatore sconsiglia vivamente di portare i bambini a scuola, permettendo, di fatto, la libertà di scelta ai genitori.
La situazione è altamente confusa, tra l’appello dei pediatri che mettono in guardia sull’elevato numero di studenti positivi scoperti nelle ultime settimane e le rassicurazioni della ministra Azzolina che rivendica la scuola come luogo sicuro. Abbiamo intervistato alcuni genitori barlettani per sapere come hanno risposto al momento della scelta.
Grazia è madre di S., un ragazzo di seconda media e di I., una bambina di quarta elementare. Al momento seguono entrambi le lezioni da casa. La classe di S. ha scelto la DaD nella sua integrità, mentre la classe di I. è divisa e alcuni bambini si presenteranno a scuola la prossima settimana. «I professori ci hanno detto che molte classi sono in quarantena, perciò abbiamo scelto di evitare, almeno per il momento- ha dichiarato- Purtroppo le problematiche con la didattica a distanza non mancano. Gli insegnanti che lavorano da scuola hanno una connessione pessima, perché la rete scolastica non riesce a sostenere tutte le connessioni. Per alcune materie mancano gli insegnanti».
Anche Michela ha scelto la Dad a distanza per sua figlia che frequenta la scuola primaria. Nella sua esperienza non ci sono troppi problemi di connessione, le difficoltà derivano dal fatto che le insegnanti devono seguire i bambini in presenza, cercando di coinvolgere e far interagire anche gli studenti connessi da casa.
Altri genitori hanno scelto la didattica in presenza. «Non ci sentiamo completamente al sicuro, ma per una bambina di prima elementare non c’è alternativa. I bambini riescono a seguire meglio in presenza» hanno dichiarato. Hanno aggiunto anche che le classi non sono al completo poiché alcuni bambini hanno scelto la Dad, mentre in un caso la classe è tornata al completo.
Un’altra madre lamenta la mancanza di personale: «Due insegnanti su tre sono a casa per malattia. Abbiamo scelto una didattica mista, le lezioni a distanza sono poco produttive, ma con le lezioni in presenza non ci sentiamo al sicuro. Siamo in attesa di altri sviluppi».
Da queste testimonianze emerge che la preoccupazione regna sovrana, accompagnata però dall’idea che la scuola in presenza sia assolutamente necessaria alla formazione, in particolare dei più piccoli. Non esiste una scelta giusta e una sbagliata, ma la cosa chiaramente visibile è che, ancora una volta, i più piccoli stanno subendo le conseguenze di una situazione non facile, ma che meriterebbe di essere gestita con più chiarezza e competenza.

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