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Coronavirus, commercianti di Barletta: «Bisogna salvaguardare l’economia locale»

Il servizio a domicilio potrebbe sostituire il servizio online

La seconda ondata di contagi da Coronavirus ha colto impreparati e ha rigettato lo sconforto nelle nostre vite. Il susseguirsi rapido di un decreto (quasi) a settimana ha dato contezza del momento senza eguali a cui siamo chiamati a rispondere. Il sistema sanitario è al collasso e non meno in difficoltà l’economia nazionale, che ha di nuovo subito una battuta d’arresto in seguito alle chiusure rese necessarie dalla curva epidemiologica. In questo clima truculento di terrore e paura, molto scalpore hanno destato le parole del noto virologo Massimo Galli, che ha consigliato, in virtù di un Natale (ormai alle porte) sicuro, acquisti da effettuare rigorosamente su piattaforme online. Non potevano restare indifferenti i commercianti, che sin dagli albori della pandemia, sin dalle prime ripartenze durante il lockdown, hanno adeguato le loro sedi alle norme anti-Covid, impegnandosi a rispettare tutte le disposizioni previste. Ma come si stanno organizzando gli esercenti di Barletta in virtù dell’incombente periodo natalizio, di solito fruttuoso volano per le loro rendite?

Le attività di pertinenza dell’associazione Le Strade dello Shopping, ad esempio, hanno deciso di puntare sull’uso di coupon e buoni regalo. Non solo: punto di forza sarà sicuramente la rete di servizio a domicilio. Per evitare assembramenti e per svincolare i clienti da spostamenti, si potrà decidere di “prenotare” il regalo prescelto, il quale sarà successivamente recapitato direttamente presso l’abitazione di riferimento. Un modo flessibile, comodo e intelligente per non abbandonare i “nostri” negozi.

Dello stesso avviso Antonella Piccolo, titolare della libreria Punto Einaudi di Barletta. «Mai come adesso è importante far vivere l’economia locale ­­­- ci dice Antonella – Bisogna far capire ai cittadini e alla città che bisogna frequentare i negozi fisici, utilizzare i prodotti locali e aiutare l’economia che è in ginocchio».

Anche le librerie dunque si stanno attrezzando per un efficiente servizio di spedizioni. «Noi come libreria stiamo cercando di fare un servizio a tutto tondo – prosegue – Siamo associati ad un’organizzazione che è LibridaAsporto. Pagando una piccola quota possiamo spedire i libri su tutto il territorio nazionale. Ci sono diverse case editrici che hanno contribuito a coprire le spese di spedizione delle librerie (sia indipendenti che quelle di un circuito più importante). Offriamo a tutta la nostra clientela la possibilità di acquistare da noi e di poter spedire i libri senza dover pagare un centesimo di spedizione, abbiamo già iniziato e senza alcun limite di spesa. Questa cosa è molto apprezzata, soprattutto dagli anziani, dai nonni, che magari hanno figli e nipoti in altre città che di solito incontravano a Natale e che ora non potranno rivedere».

Il servizio a domicilio dunque potrebbe sostituire il servizio online, intessendo col proprio negoziante di fiducia un rapporto di vicendevole intesa e comprensione, un reciproco do ut des, affinchè questo momento così concitato per l’economia locale (e non) possa essere in qualche modo arginato.

«Noi come commercianti dobbiamo offrire un servizio a tutto tondo – conclude Antonella – dall’altro i cittadini devono capire che è importante fare rete con i commercianti e i negozi del posto per continuare a vederli ancora con l’insegna accesa. Bisogna salvaguardare la propria comunità».

 

A cura di Carol Serafino

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