Home Attualità Palazzo delle Poste, Anpi: «Le promesse di Cannito diventino atti concreti»

Palazzo delle Poste, Anpi: «Le promesse di Cannito diventino atti concreti»

L'intervento di Roberto Tarantino

Si è conclusa ieri in consiglio comunale, la discussione sull’eventuale acquisto del Palazzo delle Poste attraverso l’esercizio del diritto di prelazione con la decisione di non avvalersi di tale diritto. Il presidente dell’ANPI BAT Roberto Tarantino si è così espresso sulla decisione. «Le domande senza una risposta chiara, i dubbi e i punti rimasti oscuri sono diversi: la spesa per l’acquisto era economicamente e finanziariamente sostenibile per le casse comunali? Sono stati acquisiti e messi a disposizione dei consiglieri comunali, in tempo utile, tutti (proprio tutti) gli elementi di conoscenza utili a una serena e ponderata valutazione? Sono stati utilizzati al meglio i tempi a disposizione per un’esaustiva istruttoria?

Il Consiglio ha respinto, inoltre, la proposta di rimandare una decisione definitiva, successivamente al tentativo di ricercare altri eventuali soggetti istituzionali sovraordinati (Provincia, Regione, Stato) e lo stesso Ministero per i beni culturali con i quali condividere, in forme da stabilire, la spesa. Tale proposta non mi è sembrata affatto immotivata. Enorme, infatti, è il valore storico del palazzo, che travalica i ristretti limiti comunali. Barletta è una città simbolo della Resistenza (soprattutto del tanto trascurato, sino ad oggi, apporto che il Sud ha dato alla Lotta di Liberazione).

Il Presidio militare di Barletta, fra i primi in Italia o nei fronti esteri, si rese protagonista di una Resistenza militare organizzata. E non dappertutto fu così: mentre a Barletta il colonnello Grasso organizzava e comandava la Resistenza, a pochi chilometri da noi, a Foggia, il comandante della piazza militare, ordinava la resa e consegnava tutte le armi al nemico! Barletta, prima in Italia, visse e sperimentò sulla propria pelle la spietata “vendetta” nazista che tante vittime fece, poi nel centro-nord. E qui non va dimenticata, oltre all’eccidio dei dieci vigili urbani e dei due netturbini, l’uccisione di tante donne, uomini, bambini innocenti.

In una delle trascrizioni delle conversazioni rubate dai servizi inglesi e americani grazie alle cimici nascoste nei campi di prigionia alleati si legge: In Italia, in ogni posto dove arrivavamo, il tenente ci diceva sempre: “Per prima cosa facciamone fuori qualcuno! Allora, fatene fuori venti, così avremo un po’ di calma, che non si facciano strane idee!”. (Risate.) Tutti sulla piazza, poi arrivava uno con il mitra, rrr-rum, e tutti a terra. Così iniziava. Poi diceva: “Benissimo! Porci!”. Aveva una tale rabbia nei confronti degli italiani, da non crederci.

E poi, ancora: “A Barletta hanno chiamato a raccolta la popolazione, dicendo che avrebbero distribuito i viveri, e invece hanno tirato fuori le mitragliatrici e hanno sparato, cose del genere hanno fatto. Poi, per strada, strappavano orologi e anelli, come i banditi.” A Barletta, inoltre, furono catturati soldati, sottufficiali e ufficiali che non scapparono: furono deportati nei lager nazisti dove trovarono anche la morte per aver rifiutato ogni collaborazione con la Wehrmacht e con la Repubblica fascista di Salò.

L’acquisizione del Palazzo delle Poste e la sua trasformazione in una (per riprendere Luca Lacerenza) “casa della memoria” non solo della nostra Storia locale, ma con lo sguardo rivolto a un territorio più vasto, avrebbe rappresentato (spero di poter ancora dire “rappresenterebbe”) un’occasione imperdibile per dare impulso a quanto fino a oggi non è stato (ancora) fatto o non è stato fatto al meglio. Il Sindaco si è impegnato a non rinunciare al progetto di acquisire l’immobile e ha dichiarato che intende seguire strade alternative alla prelazione, ma tale volontà non è stata formalizzata con alcun atto.

Personalmente – conclude il presidente dell’ANPI BAT – e, spero di trovare in ciò condivisione da parte dei tanti che in queste ultime settimane hanno fatto sentire la loro voce, non rinuncio a tenere un livello di attenzione alto: le promesse, gli impegni devono trasformarsi in atti e in azioni concrete. Su questo giudicheremo i nostri amministratori».

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