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Habere non haberi project: un barlettano cede la sua moto in cambio di un orologio

Il progetto è ad opera del giovane neolaureato Marco Amorosi

Da un sasso ad una casa. Quando si suol dire “depositare la prima pietra”: ora può essere vero. Non è una boutade, ma un progetto di ampie vedute (potremmo dire di ambizione nazionale e forse non solo) che il giovanissimo Marco Amorosi, 26enne, laureato in Comunicazione per l’impresa all’Università Cattolica di Milano, ha promosso a lesto ritmo e che pochi mesi fa ha sfiorato anche Barletta. L’idea è quella di arrivare, baratto dopo baratto, ad ottenere una casa, o meglio, un immobile che possa diventare depositario del suo sogno: realizzare una casa di produzione, insieme all’amico e collega Raniero Bergamaschi, assistente al montaggio della casa di produzione “Terra Trema”. Cosa voler dimostrare? Che si può habere non haberi, possedere senza essere posseduti: da qui il nome del progetto, Habere non haberi project, un motto di vita che non dovremmo mai obliare nella nostra mente.

Ma come è nata l’idea? «Io sono molto attivo su TikTok – ha spiegato Marco – navigo sui 100 mila followers e stavo cercando un’idea per fare un nuovo video. Mi sono imbattuto nella storia del canadese Kyle MacDonald, che nel 2005 è passato da una graffetta rossa ad una casa. Mi sono appassionato molto e mi son detto: voglio provarci anche in Italia e vedere che succede, perché si sa che la mentalità italiana è un po’ diversa. Ho pubblicato il primo annuncio l’anno scorso e dopo meno di 24 ore mi ha contattato Andrea, che in cambio di un sasso mi ha dato una bicicletta nuova».

Un’ispirazione dalle radici lontane, che in Italia aveva già avuto un primo pioniere: Marco Berry, la “iena” dell’omonimo e celeberrimo programma targato Mediaset, che negli anni Novanta aveva realizzato un progetto simile, un volano che è stato accolto dalla giovane mente del neolaureato per realizzare questa ardua impresa, fino a condurlo nella Città della Disfida.

«Ci muoviamo su Facebook – ha proseguito –, abbiamo una nostra pagina, “Habere non haberi project”, su cui pubblichiamo gli annunci, dopodiché aspettiamo che ci contattino. Pietro da Barletta ha visto il nostro annuncio, ci ha risposto e ci siamo messi in contatto. Lui è un collezionista quindi possiede parecchi oggetti, che ci ha sottoposto: tra questi, la cosa che più mi ha stupito è stata una moto Suzuki Katana, un oggetto enorme di cilindrata 1100 cc, una delle moto più veloci del mondo negli anni Ottanta. Siamo venuti a Barletta ad inizio agosto e abbiamo effettuato il baratto, la moto in cambio di un orologio, facendo anche delle riprese del Castello Svevo».

Una vera e propria catena di montaggio di scambi e contraccambi, una palestra di altruismo e condivisione, un modo alternativo per imparare a comunicare e sensibilizzare, che però non sempre e non tutti capiscono: «I feedback sono sempre misti. C’è chi ci critica, dandoci addirittura dei truffatori, senza capire lo spirito immateriale dell’idea ma soffermandosi solo sull’aspetto materiale, senza approfondire e capire il senso del progetto. La vita è fatta di emozioni e di esperienze, non di oggetti, questa è un’esperienza assurda per tutti ed è bella per questo. Per fortuna ci sono poi molte altre persone che al contrario approfondiscono il pensiero e la struttura, capiscono cosa voglia dire possedere e non essere posseduti, ci sono persone che decidono di partecipare e altre che invece ci scrivono solo per complimentarsi e congratularsi e già questo mi rende felice».

Ma questo indomabile telefono senza fili a cosa porterà, qual è il suo scopo? «Ottenere la casa rappresenta la fine del progetto ma non è il fine – ha concluso Marco –. Quello che io e Raniero desideriamo è un punto d’appoggio per poter imbastire nuovi progetti, continuare a fare nuove conoscenze, instaurare amicizie, vogliamo poter raccontare storie incredibili. Un’altra possibilità potrebbe essere devolvere in beneficenza il materiale, poterci rendere utili. Per adesso si prospetta quasi certamente uno scambio da effettuare su Rai Uno, probabilmente a fine ottobre…».

E con questo alone di mistero, vi invitiamo a prendere parte ad un’iniziativa che ha sicuramente dell’originale e del temerario, che da piccole cose vuole crearne di gigantesche. Per cimentarvi in questo nastro traportatore di opportunità non dovrete far altro che… bussare alla loro porta.

 

 

 

A cura d Carol Serafino

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