«Le stazioni ferroviarie rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo del territorio in cui insistono. La possibilità di essere connessi con le principali città italiane e pugliesi rappresenta un’opportunità in più rispetto ad altri comuni privi di stazione ferroviaria per posizione geografica e storia.

Ad esempio Barletta e Bari sono collegate con treni quasi ogni mezz’ora negli orari di punta e con tempi di percorrenza massimi di circa 50 minuti per 55 km. Al contrario, un cittadino di Ginosa (TA), città senza stazione ferroviaria e distante dal Capoluogo di Regione 25 km in più rispetto a Barletta, ci mette circa 60 minuti in più per raggiungerlo, con solo 5 collegamenti giornalieri su gomma disponibili (esclusa la Domenica con zero collegamenti). In altre parole Barletta può offrire agli abitanti del territorio, ai suoi visitatori ed ai suoi investitori un’opportunità di facile fruizione che altre città non hanno.

Questa affermazione è però vera solo parzialmente. Non tutte le cittadine/i non tutti i visitatori di Barletta possono usufruire della stazione, ma solo chi non ha difficoltà a deambulare o non è diversamente abile. Se per accedere al binario 1 e al tronco della stazione nulla osta, lo stesso non si può certo dire per i binari 2-3, 4-5 e per la banchina dei binari della Ferrovia Nord-Barese (per la quale auspichiamo riparta presto il servizio su rotaia). Seppure qualche tempo fa è stato costruito un ascensore che collega il sottopasso della stazione con i binari 2-3 questo rappresenta un intervento inutile al fine di rimuovere le barriere architettoniche. Infatti non vi è nessun collegamento tra l’ingresso della stazione e il sottopasso che porta a tale ascensore. Stessa cosa dicasi per i binari 4-5 anch’essi sprovvisti di ascensore o altro per consentire di arrivare dall’ingresso della stazione e viceversa. La cosa che più ci sconcerta è che dopo la costruzione e messa in opera dell’ascensore al binario 2-3, nessuno si è occupato di tutto il contesto che serve per arrivare a quell’ascensore. Barletta esprime tre Senatori di cui una Sottosegretaria presso il Ministero dell’innovazione tecnologica e la transizione digitale (ascensori e montascale sono comunque una tecnologia). Costoro calcano la stazione per andare e tornare da Roma, eppure nessuno di loro si è fatto promotore presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed RFI di sollevare un problema così importante o quantomeno nessuno ha mai comunicato di averlo fatto. Barletta esprime inoltre tre Consiglieri Regionali ma anch’essi non sembrano essersi occupati del problema. Eppure non è una questione di lana caprina.

Immaginate una ipotetica turista straniera con difficoltà nella deambulazione, ignara di tutto, che si aspetta di trovare ascensori che collegano i binari al sottopassaggio ed all’ingresso della stazione e che invece rimane bloccata dalla presenza delle scale: che idea le rimarrebbe del sud Italia e di Barletta? Cosa mai potrà raccontare di questa terra una volta tornata a casa? Diverso è se decidesse di visitare Trani o Bisceglie dove grazie agli ascensori non avrebbe questi problemi.

Il tanto atteso Piano Nazionale di Ripresa e Resistenza (PNRR), agitato come vessillo di ripartenza, sviluppo e rinascita, ma spesso vacuo di contenuti e di una visione strategica, dovrebbe servire anche a censire e recuperare tutti quei ritardi (come quello descritto in queste poche righe) che minano profondamente il diritto costituzionale di una fetta della popolazione di partecipare alla vita pubblica usufruendo agevolmente dei trasporti. Troppo spesso i disservizi non dipendono da massimi sistemi e grandi decisioni, ma da piccoli interventi con impegni di spesa risibili che potrebbero drasticamente modificare la fruibilità della nostra città e la vita di tante persone la cui dignità viene spesso messa in appendice all’agenda politica».

 

Il Segretario di Sinistra Italiana Barletta Giuseppe Defazio