Home News Comizio finale di Cannito: «Riscriviamo la storia e liberiamo Barletta»

Comizio finale di Cannito: «Riscriviamo la storia e liberiamo Barletta»

Programma e attacchi dall’ex sindaco per la “coalizione di Emiliano”

La ferma volontà di tornare ad amministrare la città «Con serietà, trasparenza e competenza». È quello che ha voluto chiarire il candidato del centrodestra Mino Cannito, nonché ex Sindaco sfiduciato dal Consiglio Comunale otto mesi fa; ieri sera, ha riempito la centralissima Piazza Caduti con il suo ultimo comizio elettorale prima del ballottaggio di domenica 26 giugno.

Si è presentato sul palco da solo per parlare direttamente con la gente, come aveva già fatto circa un anno fa, annunciando la sua ricandidatura. Non molla sui temi della sua narrazione, su cui ha puntato in questi mesi. Prende di petto gli attacchi ricevuti dal centrosinistra durante questa infervorata campagna elettorale, in cui Cannito per primo non si è sottratto allo scontro, sebbene a distanza. Gli argomenti da cui è partito riguardano gli obiettivi raggiunti durante la sua passata Amministrazione, ma anche gli obiettivi strategici che ripropone nel suo programma dei primi 100 giorni di governo della città: sicurezza, sociale, rilancio della raccolta differenziata, ripristino del manto stradale, sviluppo attraverso le ZES. “Riscriviamo la Storia”; durante l’incontro, Cannito ha avuto modo di raccontare: «Cosa vogliamo fare nei prossimi cinque anni. Barletta, non è la città di Bari! Non la città del Governatore della Regione Puglia!». Prima, però si è soffermato sull’elencazione di ciò che è stato realizzato dalla sua Amministrazione. Dal ripristino della scuola elementare “D’Azeglio”, ai tanti cantieri aperti «Coraggiosamente». Alle assenze strumentali di rappresentanti della politica locale durante le inaugurazioni, anche importanti come il nuovo Comando della Polizia Locale: «Siete ossessionati da questa compartimentazione ideologica, noi siamo Barletta, non siamo né la destra e né la sinistra, questi giochi lasciamoli fare in altri luoghi». Il tema dell’urgente rifacimento del manto stradale, spesso attribuito colpevolmente all’incuria della passata Amministrazione, Cannito come ha fatto più volte, ha risposto che quei sottoservizi sono necessari, come la rete per la banda ultralarga di internet con la fibra: «Perché altrimenti, la nostra città sarebbe rimasta una città della pietra. I giovani sanno che cos’è l’intelligenza artificiale, io so che cos’è l’intelligenza artificiale e senza questa una città oggi muore: non è possibile non avere un’infrastruttura di questo genere, che ci stanno invidiando tutte le città».

«Abbiamo lasciato un tesoretto di 36 milioni e 125 conti correnti attivi», lo ricorda con riferimento polemico al sostegno della sindaco di Andria Giovanna Bruno, che sta sostenendo attivamente la sua avversaria. Il riferimento è chiaramente è all’originale buco in bilancio del comune di Andria che, a onor del vero, la Bruno sta cercando di risolvere. Prosegue con una serie di attacchi, alludendo alla sen. barlettana Assuntela Messina (PD), sottosegretario di Stato, per non aver mai agito per il bene del territorio, e anche per Emiliano, che gli ha rivolto delle accuse dallo stesso palco proprio la settimana scorsa. Lodato invece il contributo per la città svolto dal senatore Damiani (FI) e dall’on. Francesco Boccia, seppure del PD.

«A giorni inizieranno i lavori del canale H – ha proseguito il candidato Cannito – anche lì ce lo siamo faticato. E qualcuno, per mettersi in evidenza o per dire che io sono un incapace si è preso il merito di quei soldi, che invece erano soldi che ci spettavano […] Dobbiamo pensare all’ambiente e lo dico da medico, la qualità dell’ambiente è responsabile del 25% delle morti in Italia: abbiamo un debito verso le future generazioni!».

Per quanto riguarda l’emergenza sociale in città, Cannito chiede il contributo ai genitori: «Devono seguire i propri figli, nel loro percorso formativo. I genitori hanno una grande responsabilità. Non possono dire solo che ci serve più polizia, è vero ci serve. Non possono dire che ci vogliono più telecamere, le metteremo. Non possono dire che ci vuole più illuminazione, l’abbiamo messa. I genitori devono fare la loro parte», rilanciando anche la proposta di un Comune che collabori con le parrocchie, come principali luoghi di ritrovo degli adolescenti: «Abbiamo fiducia nei sacerdoti che svolgono una missione sociale, oltre che culturale. Abbiamo meno fiducia di quei sacerdoti che sono sacerdoti di parte… intelligenti pauca. E siccome io non ho paura di fare i nomi: don Cosimo. Don Cosimo, mi hai deluso!».

Sorprendente, l’accostamento al compianto “sindaco della gente” Francesco Salerno: «Chiedo scusa alla famiglia se faccio riferimento a Ciccio, non sono forse comparabile alla sua grandezza, se una persona è umile lo deve riconoscere, ma sono un suo estimatore e cercherò di essere un suo emulo». Lo ha detto con riferimento alla Bar.S.A.: «È una municipalizzata trasparente, con bilanci attivi, e non è facile per una partecipata, che sono tutte fallimentari […] Sapete che cosa c’è per Bar.S.A. nel programma della sinistra? La cosiddetta ARO, un’invenzione per fregarci i soldi e per fregarci la Bar.S.A. che perderà la sua identità […] Così come sono contento e orgoglioso di dire che l’amministratore Cianci, che è un penalista, e quindi protegge e controlla la Bar.S.A […] Bene, ho l’onore di dirvi che acquisteremo il terreno e lo stabilimento nuovo della Bar.S.A. partendo da una base d’asta di 700.000 euro. Non dobbiamo pagare più 200.000 euro all’anno per il fitto. Questa è sana amministrazione».

Affondi alla sinistra anche per la gestione della Cultura a Barletta, accusando la coalizione avversa di favorire sempre le associazioni “amiche”, non pensando al bene della città anche a livello di opportunità di lavoro: «Molta gente andrà in mezzo alla strada se realizzeranno questa impostazione. Altro che sinistra, e mi vengano a dire questo domani sera (oggi, ndr.), me lo vengano a dire».

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