Fine di una lunga telenovela, fine di un percorso ai limiti del grottesco e contrassegnato dai pesanti ritardi, varianti e promesse non mantenute. Il 6 settembre del 2022 entrerà ufficialmente negli annali dello sport e dell’edilizia barlettana. Con il certificato di agibilità rilasciato dalla Commissione di vigilanza e la successiva omologazione prevista per domani mattina , è arrivata la tanto attesa fumata bianca sulla riconsegna dello ”Stadio Puttilli” alla città di Barletta.
Superate le difficoltà emerse negli ultimi mesi: la difformità della recinzione che separa il pubblico dal campo di gioco, la mancanza di tornelli in gradinata , le problematiche riguardanti le dimensioni del campo di gioco e ultima, in ordine cronologico, la realizzazione, in tempi record, di una seconda uscita di emergenza nel lato della curva dei tifosi locali, non prevista dal progetto iniziale di ormai un decennio fa. Sì, perché quella del ”Puttilli” è stata, fortunatamente si può utilizzare il passato prossimo, una telenovela lunga ben 11 anni.
Risale al 2011 infatti, la presentazione del progetto di ristrutturazione accolto con fierezza dall’allora sindaco Nicola Maffei, dal delegato Coni Isidoro Alvisi e dal presidente del Barletta Roberto Tatò. Ben presto, tuttavia, sarebbero emerse le prime difficoltà, con la mancata aggiudicazione dell’appalto a causa della mancanza di requisiti economici delle aziende partecipanti alla gara. L’assegnazione provvisoria dell’appalto, causa caduta della giunta Maffei e la presa in atto di costi sottostimati delle opere, avverrà solo in data 24 settembre 2013 sotto il nuovo sindaco Pasquale Cascella, mentre la cantierizzazione, affidata ad una ditta di Nocera Inferiore, solamente due anni dopo (8 luglio 2015). Nella stessa estate, a causa di un drammatico fallimento, il Barletta non si iscrive al campionato di Serie C ed è costretto a ripartire dall’Eccellenza.
Nel frattempo, la situazione ”Puttilli” assume un’eco nazionale grazie ai servizi della redazione di ”Striscia la Notizia”. Il dato è lampante: tutta l’Italia si chiede come mai i nuovi spalti siano stati costruiti su quelli vecchi, ormai pericolanti e inagibili. Bisogna immediatamente rimediare con l’approvazione di un documento inerenti ad interventi integrativi in Consiglio Comunale, ma intanto i costi cominciano a lievitare. Il 20 ottobre del 2017 si concretizza poi un nuovo ”capolavoro”. Grazie all’intervento del CONI, vengono conclusi i lavori di ristrutturazione della pista di atletica del ”Puttilli”: all’inaugurazione partecipano i vertici dello sport e della politica nazionale, tanto che anche l’allora premier Renzi è desideroso di testare personalmente l’impianto con una corsetta. Barletta diventa l’unica città al mondo con una pista inaugurata in uno stadio inagibile. L’unica nota positiva arriva proprio dal CONI, che diventa responsabile del lavoro di restyling dello stadio grazie ai 2 milioni di euro stanziati dal CIPE. La delibera del comitato interministeriale viene pubblicata a ridosso della penultima tornata amministrativa, che coincide con il successo di Mino Cannito. Ai passaggi a vuoto burocratici si accompagnano annate deludenti del Barletta calcio, che rischia proprio in questa estate la retrocessione in Promozione evitata solo nell’ultimo atto al ”Manzi Chiapulin”, diventato ”teatro” delle partite casalinghe.
L’aggiudicazione dei lavori ultimativi alla Terralavoro Costruzioni di Battipaglia sembra l’ultimo passaggio, ma le sorprese non sarebbero mancate. A causa della pandemia da Coronavirus, i lavori allo stadio vengono bloccati e ripartono soltanto il 18 maggio del 2020. Si torna a respirare ottimismo in città, anche perché, parallelamente, con ammirevole sforzo la società del Barletta programma una stagione di vertice. A settembre dello stesso anno tuttavia, viene presentata dall’assessore Calabrese una variante al progetto per l’abbattimento del mura di cinta di via Dante Alighieri. Altri ritardi, altre promesse, altro carico di burocrazia, mentre il Barletta clamorosamente non riesce ad accedere in Serie D causa la sconfitta in casa con il Corato. Viene fissata alla stagione sportiva 2021/2022 la riconsegna dello stadio alla città, ma è la necessità di altri interventi (tra cui l’installazione di telecamere ndr) e quelli conseguenti al sopralluogo della LND (maggio 2022 ndr) che procrastinano ancora la riconsegna dell’impianto.
Il resto è storia recente, storia di un’estate travagliata ma segnata dal grande entusiasmo e dalla grande attesa che ha avvolto la città di Barletta. Merito del ”triplete” dello scorso anno portato a termine dalla squadra di Farina, dal ritorno in Serie D, e dai numeri record di una campagna abbonamenti con 1700 tagliandi staccati. L’ultimo neo riguarda l’installazione di tornelli in gradinata, situazione che comunque non pregiudicherà l’apertura degli altri settori dell’impianto. Fine di una telenovela, ma guai a tralasciare una vicenda imbarazzante, specchio di una situazione che coinvolge tutte le strutture sportive della città: Barletta merita di più.
A cura di Giacomo Colaprice
