“La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. Forse per Barletta la nota citazione di Karl Marx giunge come un’amara verità da cui non sarebbe difficile discostarsi, eppure risulta una fatica di Ercole.
Non è passato molto tempo da quando, quel 28 novembre 2022, il sottopasso di via Imbriani – che collega viale Marconi e via Torino – si rifaceva il look, dopo anni di imbrattamenti e incuria. Un restauro a tutto tondo, finanziato esclusivamente da Ferrotramviaria, provvisto di nuovi impianti per l’illuminazione, di una rinnovata pitturazione (atta a coprire i segni dell’inciviltà) e pavimentazione.
Un intervento “propedeutico” era stato definito dall’assessore all’urbanistica Pier Paolo Grimaldi, che si incuneava in un progetto di riqualifica e valorizzazione di tutta la zona.
Eppure di una farsa si è trattato, proprio come avrebbe detto Marx. Non perché i lavori non siano stati portati a termine: già in prossimità delle festività natalizie il sottovia era pronto all’uso, ammodernato, ripulito, con un montascale riabilitato, luci corrusche e pareti nuove.
Una farsa è stato l’apprezzamento di alcuni cittadini, che evidentemente nostalgici nei confronti del recente passato, hanno pensato bene (a soli pochi giorni dal rinnovo) di lasciare un segno tangibile della loro pervicacia a ripetere gli stessi errori: sulla parete sinistra (venendo da viale Marconi) del sottopassaggio è comparso un nuovo scarabocchio. Pennarello nero e silhouette da aspirante street art, la scritta è isolata al momento, ma rappresenta un’ennesima sconfitta.
Il timer dei cittadini barlettani sembra risicato, la civiltà appare uno sforzo annoso che bisogna tempestivamente polverizzare, le belle notizie hanno sempre la durata fulminea di una stella cadente senza desideri. Quanto passerà prima che il sottopasso ritorni di nuovo una fucina di sozzume? Barletta orecchie da mercante.
A cura di Carol Serafino