«La sicurezza di noi medici e degli operatori della sanità è sempre una vicenda che merita attenzione ed interventi concreti anche alla luce dell’ultima aggressione avvenuta a Bari. Lo ribadiamo da tempo ricordando, ma solo in ordine temporale, ricordando la lettera inviata alle autorità competenti ad inizio gennaio durante una assemblea del nostro Ordine di Trani. In quella missiva sottolineavamo l’assenza di adeguati sistemi di sorveglianza e di allerta verso le Forze dell’Ordine da utilizzare in caso di emergenza. Pertanto plaudo all’iniziativa tenutasi nei giorni scorsi in prefettura a Barletta che ha visto il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica riunirsi in tal senso. La presenza del prefetto Rossana Riflesso, dei vertici provinciali delle Forze dell’Ordine e della direttrice generale della Asl Bt Tiziana Dimatteo è appunto la testimonianza che non è possibile abbassare la guardia».
«In merito alla gravità di questa tematica – che ha visto solo per citare il caso della Puglia la morte di due dottoresse assassinate durante il lavoro e altre hanno subito violenza sessuale e il terribile primato di essere la prima regione italiana per aggressione dei medici stando ai dati relativi al 2022 del monitoraggio del Simes, il Sistema informativo per il monitoraggio degli errori nella sanità, con venti aggressioni – molteplici sono state le iniziative e gli appelli che questo Ordine da tempo ha prodotto. Mi corre l’obbligo di richiamare il proficuo incontro a Trani con il Procuratore della Repubblica dottor Renato Nitti. In quella circostanza ribadimmo che un numero di posti letto per abitanti insufficiente, il settore delle urgenze con scarso personale sanitario, liste di attesa non conciliabili con l’appropriatezza delle cure e conseguente ricorso alla sanità privata non accessibile alle fasce più fragili determinano una crescente sfiducia nei confronti del sistema assistenza, frustrazione e aumento della tensione sociale e costituiscono terreno fertile per lo sviluppo di comportamenti di devianza».
«È il momento di dire basta a questi episodi ricorrenti che minano la condizione mentale e la salute di chi si prodiga per la salute altrui. Più volte siamo intervenuti come Ordine per casi simili e ribadisco la mia ferma condanna. Evidentemente però la ciclicità degli episodi sono la conferma che la strategia di contrasto non è delle più efficaci. E’ un non senso che proprio i colleghi che operano con coscienza e professionalità svolgendo il proprio dovere nell’interesse della collettività e nel rispetto della professione medica debbano essere oggetto di violenza. Questa situazione di violenza inaudita ci preoccupa molto e non deve mai trovare alcuna giustificazione. I medici sono diventati dei veri e propri bersagli da colpire. Siamo, come sempre a disposizione al fine di individuare una strategia efficace al fine di debellare questa piaga. Non si trascuri la circostanza che noi operatori sanitari siamo sempre più sotto pressione come è dimostrato dalle continue aggressioni nei Pronto Soccorso e in altri reparti».
Dottor Benedetto Delvecchio 
Presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Barletta Andria Trani.