Monreale (PA), 1979, una bambina lava i piatti in condizioni indigenti.

Testimonianza e narrazione’: dal 31 marzo al 31 maggio saranno in mostra a Trani, a Palazzo delle Arti Beltrani, le opere di chi ha utilizzato la fotografia come denuncia e arma di ribellione. Trenta scatti in bianco e nero del periodo dal 1972 al 2003 provenienti dall’archivio palermitano ‘Letizia Battaglia’.

Letizia Battaglia – è detto in una nota – incarna in sè arte, impegno civile, partecipazione e passione. Trani la celebra ad un anno dalla sua scomparsa con una straordinaria mostra monografica che testimonia trent’anni di vita e società italiana. Saranno esposti 30 scatti in bianco e nero che hanno segnato la memoria visiva della storia del nostro Paese, passando dalla inconsapevole bellezza delle bambine dei quartieri poveri siciliani (uno su tutti ‘La bambina con il pallone del quartiere Cala di Palermo’) al volto di Pier Paolo Pasolini, ai morti per mano della mafia, tra cui Piersanti Mattarella, e poi, ancora, le processioni religiose, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fino all’arresto del feroce boss Leoluca Bagarella.

Testimonianza vera, spesso crudele e cruenta, dell’appassionato impegno civile e politico di Letizia Battaglia che per trent’anni ha fotografato la sua terra, la Sicilia, con immagini che denunciano l’attività mafiosa nei coraggiosi reportage per il quotidiano L’Ora di Palermo, che l’ha eletta di fatto ad una delle prime fotoreporter italiane. La fama di Letizia Battaglia è passata nel corso degli anni da una dimensione regionale a una nazionale e internazionale. Notorietà premiata, oltre che da numerosi riconoscimenti in tutto il mondo, anche dal New York Times che nel 2017 ha inserito la fotografa ottantaduenne tra le undici donne più influenti dell’anno, per l’impegno dimostrato come artista.