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Villa Bonelli al censimento dei Luoghi del Cuore, parla il Capo Delegazione FAI Bat Giulia Mastrodonato

«Villa Bonelli ha grosse potenzialità perché i barlettani la amano. È tutto nelle loro mani»

È un monile Liberty, stagliato nella periferia della città di Barletta nel quartiere Borgovilla, catalizzatore di sguardi e curiosità ma da sempre oggetto di controversie. Murati gli interni, inaccessibili da sempre, il luogo è stato negli anni incuneato nel tessuto urbano e nei costumi cittadini: nei suoi estesi giardini infatti famiglie e bambini trascorrono ore e controre piacevoli lontano da smog e frenesie giornaliere. Se una dimora storica diventa parte integrante di una comunità non può che rappresentare un valore, se non fosse che la villa, antica rus in urbe nobiliare risalente al periodo a cavallo tra Settecento e Ottocento, celi uno stato di incuria che ne polverizza l’importanza. Soffitti con volte a crociera finemente ornamentate, eleganti pareti affrescate, saloni simili a redoute e sale da ballo ottocentesche, dove l’aria “blasonata” delle danze aristocratiche ancora si ode: un portale del tempo ostruito da polvere e resti, che fanno della Villa Bonelli un luogo in preda al deterioramento. Tante le proposte di riqualificazione dell’area: il Laboratorio di Immaginazione Urbana, Free Walking Tour e Arci Cafiero due anni fa presentarono un progetto fotografico volto ad imprimere e rendere visibili non solo le abitudini cittadine legate al luogo, ma anche le sue criticità, con lo scopo di trovare soluzioni per sanarle e idee per la destinazione d’uso dell’area. Dell’anno scorso invece la comunicazione dello stanziamento di 2milioni di euro da parte del Ministero della Cultura per il restauro dei giardini della villa, progetto promosso e coordinato da Italia Nostra. Risultati di ampia portata, ma ancora non abbastanza. Grande scalpore ha dunque suscitato una notizia comparsa su emittenti e testate giornalistiche pochi giorni fa: Villa Bonelli sarà candidata al Censimento dei Luoghi del Cuore, campagna nazionale indetta dal FAI e da Banca Intesa per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio artistico e architettonico italiano. Abbiamo in proposito intervistato il Capo delegazione FAI Bat Giulia Mastrodonato per conoscere da vicino gli estremi di questa significativa decisione.

Salve Giulia. Come mai la decisione di candidare Villa Bonelli al censimento dei Luoghi del Cuore?

«Tale decisione nasce in seno alla comunità che ci segnala i beni che, per ragioni storiche, identitarie, affettive, ritiene di dover proteggere e salvaguardare. Si rivolge a noi perché siamo una fondazione, non a scopo di lucro, che da circa 50 anni svolge attività di tutela, promozione e valorizzazione di beni di interesse artistico e storico, tuteliamo paesaggio e ambiente, promuoviamo cultura e arte e ci proponiamo di educare e sensibilizzare la collettività alla difesa dell’ambiente e del nostro stesso patrimonio monumentale. La nostra attività si esplica anche attraverso la promozione di azioni dirette alla conservazione e al recupero dei beni, e lo facciamo preferibilmente in accordo con altri enti che abbiano finalità analoghe. È in quest’ottica che va interpretato uno dei principali progetti nazionali che ha come obiettivo tali scopi, vale a dire il censimento “I Luoghi del Cuore”. La condizione ineludibile e sulla quale si fonda il censimento stesso è che siano i cittadini a segnalare i luoghi ritenuti particolarmente cari e importanti, che fanno parte dell’identità della comunità e che meritano di essere preservati per le future generazioni. Il FAI promuove il censimento con cadenza biennale ed in collaborazione con Intesa Sanpaolo. Alla luce di queste premesse Villa Bonelli si presenta naturalmente candidabile al censimento, per questo abbiamo ritenuto di sollecitare la comunità ed invitarla ad attivarsi intorno al recupero di questo bene».

Perché questa scelta è avvenuta adesso e non prima?

«In realtà c’era stato un interessamento della nostra Delegazione un po’ prima della pandemia, ed infatti il nostro Presidente Regionale, il prof. Saverio Russo, era già intervenuto; tuttavia, la pandemia ha rallentato il processo che, adesso, piano piano si sta riattivando. Si tenga presente che il censimento “I Luoghi del Cuore” parte in seno alla comunità con la costituzione di un Comitato che ci segnala il bene ritenuto meritevole di attenzione. E come può immaginare riceviamo decine di segnalazioni, considerato l’immenso patrimonio nel quale noi italiani, fortunatamente, ci muoviamo ogni giorno. Ci auguriamo che intorno a Villa Bonelli resti vivo l’interesse dei barlettani, che si può manifestare con una raccolta di voti importanti, come è successo per lo scorso censimento in cui è risultata vincitrice la Chiesetta di San Pietro dei Samari a Gallipoli con oltre 50mila voti. Questo vuol dire raccogliersi intorno al bene e fare comunità».

La cittadinanza quindi in quali concreti modi può contribuire? Se volesse fare un appello alla comunità cosa direbbe?

«La cittadinanza è la protagonista vera di questo censimento. Se non vi è attivazione e raccolta voti, molti voti, il bene non può essere né candidato né finanziato. Il censimento è inteso proprio alla attivazione dei cittadini affinché maturino la consapevolezza del valore dei beni intorno a loro e ne risulti una maggior cura e presa in carico degli stessi. E per far questo è necessario fare rete, non solo con gli enti ma anche con le attività commerciali, imprenditoriali, con i comitati e le associazioni locali. L’intervento del FAI va a sostegno anche di questi processi, oltre a fornire un supporto finanziario. Si aggiunga che tale processo virtuoso viene supportato dalla grande visibilità nazionale e locale garantita dalle attività di comunicazione. Il primo passo, dunque, deve essere compiuto dalla comunità, e solo dopo si potrà presentare domanda. In ogni caso le procedure sono espressamente esplicitate nel bando. Direi alla comunità di costituire prima possibile un Comitato per il Censimento “I Luoghi del Cuore” e raccogliere più voti possibili. Del resto, i barlettani hanno dato prova durante la scorsa edizione delle Giornate FAI di Primavera di grande attaccamento al loro patrimonio. L’apertura delle Torri del Castello e, in particolare, la Collezione dei pupi Immesi sono state letteralmente prese d’assalto. I barlettani amano la loro città, possono sostenerla. Anche con l’Amministrazione, sempre molto disponibile, abbiamo intrapreso un percorso di collaborazione e godiamo dell’attività di numerosi volontari molto attivi, tra cui il nostro delegato Ing. Michele Cuonzo promotore di molte proposte per attività future proprio a Barletta. Semmai lancerei un appello accorato ai giovani, ad unirsi a noi e a collaborare in maniera più attiva, la ventata di aria fresca di cui sono portatori non può che farci bene, del resto la nostra attività è svolta anche e, per certi versi, soprattutto nell’interesse delle generazioni future».

Quanti voti occorrono per ottenere il risultato?

«Nello scorso bando si potevano presentare richieste di intervento per tutti i Luoghi del Cuore che ricevevano almeno 2.500 voti al censimento 2022, ma tra i criteri di assegnazione dei punteggi c’è anche il numero di voti raccolti. È per questo che diventa fondamentale che la comunità si attivi e raccolga più voti possibili».

Quale sarebbe la destinazione d’uso dell’immobile?

«Questo dipende dal progetto che presenta l’Ente proponente, che deve essere ovviamente condiviso dal FAI e rispondere ai requisiti e ai valori che noi con la nostra attività proponiamo. Per certo, per accedere al finanziamento, deve essere garantita la fruizione pubblica ad uso della collettività».

Qual è secondo lei il posizionamento della Villa Bonelli rispetto agli altri luoghi e perché meriterebbe di rientrare nei primi tre classificati?

«Personalmente penso che Villa Bonelli abbia grosse potenzialità perché mi è sembrato di percepire un forte attaccamento dei barlettani al bene. Se ci mettiamo tutti un po’ di impegno e di passione non ci sono motivi per cui non possa ambire ad un buon piazzamento. È tutto nelle mani dei barlettani e nella loro capacità di attivare e movimentare i cittadini».

Quali sono i progetti futuri del FAI Bat e Barletta?

«Stiamo ragionando anche sulla possibilità di proporre una nuova apertura a Barletta nei prossimi eventi nazionali. Ci stiamo organizzando, c’è molto da fare e siamo sempre troppo pochi. Ma vorrei ricordare a tutti che noi siamo volontari quindi più siamo meglio perseguiamo i nostri obiettivi. Insieme a Barletta la Delegazione si fa carico di tutta la Provincia, che pure presenta un considerevole patrimonio di innumerevoli beni da promuovere, valorizzare e tutelare. Invito i barlettani non solo a costituire il comitato per Villa Bonelli, ma a diventare protagonisti attivi e consapevoli del patrimonio di cui dispongono. Auspicabilmente collaborando con noi».

Arte, storia e architettura non sono dunque – soprattutto – che nelle mani della cittadinanza, il vero mordente proattivo per rendere la Storia, e i luoghi in cui essa si infiltra, eterni.

 

A cura di Carol Serafino

 

 

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