Home cultura “Parole Chiare”, episodio 4: Sorridere

“Parole Chiare”, episodio 4: Sorridere

Altro appuntamento con la rubrica a cura di Chiara Fiorella

Se per un attimo non fossimo costretti a parlare, ma potessimo semplicemente
guardarci negli occhi e sorridere, riusciremmo chiaramente a sentire lo stato d’animo
di chi ci sta di fronte. Qualche giorno fa, chiedevo a Flavio, un mio alunno con
spettro autistico, da cosa capisse di essere felice. Sono felice se sorrido, mi ha
risposto.

Il sintomo della felicità è lapalissiano, è impossibile nasconderlo: i muscoli facciali si
contraggono e una curva si apre sul volto.

Della parola sorridere sappiamo che deriva dal latino subridēre, composto da sub-,
che è un prefisso con valore attenuativo, e ridēre ‘ridere’. Ed è proprio quel prefisso
che ci regala un nuovo significato, perché il sorriso, lieve e delicato, è altro dalla
risata che echeggia nella stanza.

Un affresco dolce e poetico ci restituisce Omero nel libro VI dell’Iliade, quando Ettore
incontra la moglie Andromaca. La donna supplica il marito di abbandonare la guerra,
ma Ettore non può che essere fedele ai valori eroici e così, prima di tornare al
campo di battaglia, tende le braccia al figlio che, spaventato dalla vista dell’elmo,
urla e si nasconde tra i seni della nutrice. A quel punto, l’intenerito eroe sorride e,
colmo di tenerezza, depone l’elmo lucente.

Non è necessario parlare: con quel sorriso Ettore manifesta la resa dinanzi al figlioletto, prima di avviarsi al suo destino. Se vogliamo ricercare l’autenticità delle emozioni, dobbiamo abbandonarci al riso e al pianto, poiché essi “esistono solo negli uomini, e non negli animali, e sono quindi assolutamente umani”, scrive il filosofo Karl Jaspers. Possiamo sorridere nervosamente di rabbia o piangere per una gioia inaspettata e tanto sperata: non
sono contrari il riso e il pianto, piuttosto racchiudono la nostra fragilità. Come se
fosse una prerogativa degli esseri umani amare, gioire e soffrire.

Se solo per un attimo ci fosse concesso di ridere e piangere in mezzo alla strada,
anziché camminare furiosamente mettendo in scena una vita impegnata.

 

 

Chi è Chiara Fiorella:
Chiara Fiorella, insegnante e copywriter, è laureata in Filologia moderna all’Università degli studi di Bari, Aldo Moro. Docente di Lettere presso la Scuola Superiore II grado.

Exit mobile version