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La riscoperta degli antichi gioielli di Barletta e di altre città – In onore al Giubileo 2025

La nota di Nicola Palmitessa (Centro Studi La Cittadella innova)

La bellezza è un valore che può avere diverse connotazioni, estetiche, etiche, morali, e sociali. Ad ogni modo, la bellezza è ricca di memoria. In un mondo senza pace, quale bellezza salverà il mondo? In quella del Santo Legno della Croce? Il tuo volto cerco oh Signore. Oppure cercheremo anche in un mondo a città iper-modernizzate ma di habitat e arti estetiche a radici storiche svilite? In particolare, dove non arriva la bellezza narrativa del libro a cultura storica forse giungerebbe quella dell’arte? 

Sappiamo della scarsa sensibilità dei barlettani verso i saggi storici e forse anche delle istituzioni. Quindi al cittadino giungerà in soccorso pedagogico alcuni manufatti in miniatura di legno lavorato capaci di rievocare almeno i grandi fasti religiosi e civili di un tempo? Allora bisognerebbe rimboccarsi le maniche e mettersi al bel lavoro manuale di un tempo. Ora la bellezza potrà coincidere con le abilità manuali delle proprie mani per incontrarsi con quelle culturali e intellettuali; mentre quelle del saper dire si abbraccerà col saper pazientemente ricostruire antichi scenari: di habitat medievali e rinascimentali ad alto valore simbolico. Se un prodotto o una merce coincide con un certo prezzo, invece un’opera d’arte (anche minore) rimanda a un valore senza computo. La bellezza coincide quindi con la Verità e questa alle verità e bellezze storiche: come la persona umana, una Città può dirsi bella empatica ed accogliente se ha memoria e sa narrare di sé. Diversamente sarebbe brutta qualora si renderebbe smemorata, antipatica e distopica.

Durante i lavori del convegno di presentazione (14 Dicembre 2024) del mio recente Volume sul ‘300 dal titolo “Il guanto di Sfida del re nel Castello di Barletta. Le grandi sfide nella città marinara e nel regno”, tutti i convenuti (Nino Vinella, Michele Grimaldi, Debora Ciliento, Patrizia Mele, Michela Diviccaro ed altri) per la prima volta e con un certo stupore, hanno potuto ammirare una narrazione storica supportata dal vivo da una prima riproduzione storica di concreti manufatti in legno massello delle sette porte della Città. 

Le quali non più esistenti e neanche nella comune memoria cittadina, la ricostruzione ha riguardato: le Porte del XIV secolo: Porta Marina del IV secolo con la chiesetta di Santa Sofia, Porta S. Leonardo, Porta S. Sepolcro Porta Reale antica. Con l’allargamento delle mura del Cinquecento si aggiungeranno: Porta S. Sebastiano ossia Porta Nuova, Porta Reale appunto del ‘500, e Porta Napoli. la bellezza si materializzava così sotto lo sguardo attonito dei presenti rendendosi come entità viva e assetata di ulteriori curiosità. Questo non facile lavorio (avviatosi circa due anni or sono) è stato completato con riproduzioni ben sette manufatti di elevato pregio storico-architettonico in miniature di in legno massello. È stato il trionfo dell’intelligenza artigianale forse su quella artificiale? Certo è che un prodotto in sé è riproducibile all’infinito; mentre un’opera, quella d’arte, è unica irripetibile e di valore. Alcuni sostengono che questi ulteriori sette preziosi manufatti sarebbero come veri gioielli così articolabili cinque della nostra Città: Il Castello di Barletta, la Cattedrale di Barletta, la chiesa parrocchiale Santa Maria della Vittoria (già S. Pasquale) e la chiesa Sant’Antonio da Padova, il teatro Comunale Curci, e due del territorio della Provincia: la Cattedrale di Trani e il Castel del Monte.

Se i quattro manufatti religiosi (chiese e Cattedrali) vorrebbero richiamare l’attenzione di tutti sia alla Settimana Santa che al Giubileo di N.S. 2025; invece i manufatti civili (Teatro Curci e i due castelli) aspettano di essere ammirati da tutti (dagli amministratori, da operatori culturali e artigianali, dai dirigenti e mondo scolastico, insomma dal mondo dell’arte, dalla cittadinanza e dal turismo di alta quota. Si propone infine all’Assessorato alla Cultura comunale e provinciale, di istituire una location artigianale museale e permanente corredata da cartografie storiche, come avviene in molte città italiane. Insomma un biglietto da visita d’ingresso alla Città d’Arte e turistica al fine di realizzare, promuovere e valorizzare l’artigianato artistico e culturale. La bellezza salverà il mondo e l’Italia, ma passando per il made in Italy di Barletta e la sua Provincia.

Dott. Nicola Palmitessa

Centro Studi La Cittadella innova

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