Quando potranno partire i lavori di restauro dell’ex convento di Sant’Andrea, come verrà realizzata la piscina comunale, a che punto sono i cantieri dei nuovi asili nido comunali e cosa ancora blocca la realizzazione del parcheggio interrato. Vicende che si intrecciano a doppio filo con la gestione dei fondi PNRR e con una burocrazia elefantiaca. Il sindaco di Barletta, Mino Cannito, fa il punto sullo state dell’arte dei lavori pubblici in città, partendo da una buona notizia: si è risolto in favore del Comune il contenzioso con i privati che frenava l’avvio delle opere di riqualificazione dell’ex convento di Sant’Andrea per la sua trasformazione in centro servizi delle arti e dei mestieri: un investimento di fondi PNRR di circa 11 milioni di euro.
La nuova piscina comunale sarà coperta e non più scoperta, e costerà circa 3 milioni di euro e non più 8. Il Comune tenterà di realizzare l’opera con fondi statali per liberarsi dai vincoli del PNRR che impongono tempi stringenti e quanto mai difficili da rispettare per la conclusione dei lavori.
Sarà una corsa contro il tempo anche sul fronte dell’edilizia scolastica. I lavori proseguono secondo cronoprogramma per il Polo dell’Infanzia che sorgerà tra le vie Velasquez e Valdemaro Vecchi destinato ad ospitare tre sezioni di asilo nido e altrettante di scuola materna, mentre procede con ritardo sui tempi previsti dal PNRR la costruzione, nel cantiere di fronte, dell’asilo nido di via Barberini.
Sarà ancora più difficile rispettare le scadenze improrogabili del PNRR per la realizzazione degli asili nido in via Paisiello e via degli Ulivi. I lavori non sono ancora iniziati e per l’avvio dei cantieri bisognerà attendere ancora tre mesi.
E infine il parcheggio interrato di via Vittorio Veneto che metterà a disposizione della città 110 posti auto. Il sindaco annunciò l’inizio dei lavori nel lontano settembre 2023 ma di fatto il cantiere non è mai partito. Solo negli scorsi giorni gli uffici comunali hanno acquisito quella che dovrebbe ssere l’ultima autorizzazione necessaria all’avvio delle opere.
Due anni di ritardo che Cannito spiega così.
Il servizio.
