La recente Deliberazione della Giunta Comunale n. 398 del 12 dicembre 2025 segna un punto di svolta formale nella gestione del patrimonio arboreo della nostra città. Come circolo Legambiente di Barletta, accogliamo positivamente la “presa d’atto” dei risultati del Censimento del Verde Pubblico, ma chiediamo al contempo formalmente alcuni chiarimenti in merito. L’atto parla chiaro: il tecnico incaricato ha consigliato l’abbattimento di ben 247 esemplari per ragioni di stabilità. Parallelamente, si dà indirizzo per un piano di piantumazione in 488 formelle attualmente vuote. Non è chiaro se le 488 formelle vuote includono o meno gli abbattimenti previsti, per cui il piano deve considerare un totale di 735 piantumazioni. Sulla carta, il saldo sarebbe positivo. Tuttavia, la storia recente di Barletta ci insegna che tra l’indirizzo politico e la messa a dimora effettiva, e soprattutto la manutenzione post-impianto, trascorra un arco di tempo indefinito. Non vorremmo che i 247 tagli avvenissero con solerzia immediata, mentre le 488 nuove alberature restassero un “auspicio” chiuso nei cassetti del Servizio Manutenzioni o nelle parole di una Delibera. Se da un lato quindi, il censimento del verde è finalmente realtà, dall’altro emergono criticità che non possono essere ignorate. È doveroso ricordare che il Censimento del Verde è un obbligo stabilito dalla Legge Nazionale 10/2013 per tutti i Comuni sopra i 25.000 abitanti. Il fatto che Barletta approvi questo strumento solo nel dicembre 2025, con ben dodici anni di ritardo evidenzia una gravissima carenza di programmazione decennale, costantemente segnalata dal nostro circolo. Per oltre dieci anni, il nostro verde è stato gestito senza alcun riferimento tecnico, portando probabilmente a quel degrado che oggi “impone” l’abbattimento di quasi 250 alberi.
La delibera cita la gestione affidata alla società in-house BAR.S.A. S.p.A.. aggiornato per includere i Criteri Ambientali Minimi (CAM) citati nell’atto. Non basta censire; serve prevedere una manutenzione che possa contare su un bilancio coerente con la visione del verde in città e con competenze all’altezza del compito assegnato per abbandonare le potature selvagge (capitozzature), una delle principali cause dell’indebolimento degli alberi, resi oggi pericolosi e destinati all’abbattimento. La Giunta elenca altresì macro-obiettivi ambiziosi: benefici ambientali, sociali ed estetici. Si parla di “assorbimento di CO2” e “mitigazione delle isole di calore”. Obiettivi, appunto, poiché i fatti parlano d’altro: nessuna crescita degli spazi verdi, piantumazione della zona 167 completamente andata in malora per mancanza di irrigazione/manutenzione, aree destinate a verde riconvertite a parcheggi contro ogni logica di mobilità sostenibile e l’elenco sarebbe davvero lungo. Ricordiamo che siamo ancora in attesa del Piano Comunale del Verde (PCV) e del Piano di Gestione del Verde, atti definiti come “consequenziali”, ma ancora non redatti. Senza questi strumenti operativi e senza le risorse finanziarie del bilancio 2026-2028 realmente stanziate, la Nature Restoration Law rimarrà per Barletta una sigla vuota. Richiediamo quindi: • Trasparenza totale: pubblicazione immediata della documentazione cartografica e del piano degli abbattimenti sul S.I.T. comunale, affinché i cittadini possano verificare ogni singolo taglio. La gestione del verde non può essere solo un link riservato ai tecnici (modalità NO-WEB),precluso per ragioni di riservatezza (e quali sarebbero, poi?) • Cronoprogramma certo: chiediamo date certe per la piantumazione delle 488, ovvero delle 735 formelle vuote. • Partecipazione: la gestione del verde deve diventare un vero processo partecipato con la cittadinanza e le associazioni e non una semplice spunta da smarcare nell’agenda delle attività.





































