La passione connota l’impegno per una disciplina artistica che merita tutta l’attenzione possibile. Abbiamo incontrato Mauro de Candia danzatore, coreografo e responsabile della stagione del Teatro Curci per la danza per la seconda volta. Ha cominciato a studiare danza a nove anni e nell’anno successivo ha incontrato la sua maestra mentore Marika Besobrasova a Verona che è stata la fondatrice dell’Accademia di danza di Montecarlo, invitandolo a studiare presso la sua Accademia. Ha completato gli studi professionali a Montecarlo nel 1998, grazie ad una borsa di studio della principessa Antonietta di Monaco. Dal 2001 si è trasferito in Germania iniziando la sua carriera professionale prima come ballerino all’Opera di Hannover, poi incominciando come coreografo per diverse compagnie in Europa, America e Asia. Dal 2012 al 2021 è stato direttore della compagnia di ballo del Teatro di Osnabrück nel nord della Germania. Parallelamente, già dal 1997, ha creato a Barletta Arte e Balletto, un’associazione di incontro dedito al sostegno e alla valorizzazione dei talenti, non soltanto dei giovani ma anche delle professionalità locali da cui sono scaturiti negli anni diversi progetti come: Formazione Tersicore, Giovane Balletto Mediterraneo, La Puglia Danza Festival e Nati Per La Danza.
– La danza è innanzitutto rigore e disciplina, ma anche passione: da dove nasce, e quando, la tua esperienza con questa straordinaria forma d’arte?
“La danza, come il respiro, è qualcosa che mi accompagna da sempre. Rigore e disciplina non sono mai state per me simbolo di durezza e limitazione. Al contrario, mi hanno guidato nel corso del mio percorso artistico, nonché personale, nello scegliere con attenzione cosa fosse giusto e cosa no. La passione poi, penso sia qualcosa che a prescindere, dovremmo conservare tutti. Anche la passione per la vita”.
– Serve costanza, dedizione e anche sacrificio: nel tuo caso si sono trasformate in una vera e propria carriera. Chi o cosa ti senti dover ringraziare per essere approdato a questo importante livello?
“Tantissime persone: dalla mia famiglia per il sostegno incondizionato, alla mia maestra e mentore Marika Besobrasova, ai coreografi coi quali ho avuto la preziosa opportunità di lavorare e crescere (da Stephan Thoss, a Forsythe a Marco Goecke), e poi i tanti colleghi e colleghe direttori di compagnie di danza che mi hanno permesso di creare per le loro compagnie. Infine, ma assolutamente non per ultimi, gli innumerevoli essere umani col quale condivido in sala ballo e non solo questa passione senza limiti. E’ grazie a tutti e tutte loro che giornalmente cresco”. 
– L’incontro di questa forma d’arte con il pubblico, spesso inesperto, è stato sicuramente favorito negli ultimi anni dai tanti successi televisivi. Come vedi il senso di ‘far uscire dai teatri’ la danza? Non si rischia una banalizzazione della stessa, che è tutto fuorchè una forma banale d’arte?
“In realtà la danza è fuori dai teatri da sempre. Probabilmente il pubblico non lo sa. Ad ogni modo penso che ogni momento storico si caratterizzi da modalità di coinvolgimento del pubblico in maniera diversa ma ripeto, la danza è fuori dai teatri da sempre. Anche la TV non è nuova nel mostrare la danza. Io ad esempio, sono cresciuto con la bellissima trasmissione “Maratona di Danza” condotta dal critico Vittoria Ottolenghi, in onda su Rai1. Oggi sicuramente il modo di proporre la Danza in tv è cambiato. Il rapporto con il corpo in generale è cambiato: è molto più esposto, forse in maniera anche più feroce. Sta ad ognuno di noi scegliere come approcciarsi a tutto questo e come fruire, o meno, di quello che ci viene proposto”.
– Anche la stagione del Teatro “G. Curci” negli ultimi anni ha riempito il proprio cartellone con spettacoli di danza, anche di un certo livello; il tuo impegno ora prosegue come direttore artistico per quanto riguarda gli spettacoli nella stagione teatrale barlettana. Ci sveli come scegli gli spettacoli e le compagnie da proporre a un pubblico che è un po’ diverso da quello televisivo, probabilmente più attento?
“Il nostro teatro programma la Danza da sempre, già dai tempi la cui direzione artistica era curata dalla Dott.ssa Annalisa Delvecchio. Barletta è una città di danza: lo testimonia l’alto numero di scuole di danza presenti e, con loro, una importante lista di artisti, danzatori, danzatrici, coreografi e coreografe della nostra città impegnati su diversi palcoscenici. L’invito a coordinare, insieme a Gemma Di Tullio di Puglia Culture, la stagione di danza è stato sicuramente inaspettato. Ho cercato di portare un mio piccolo contributo, consolidando quanto già fatto ed esistente e aggiungendo alcuni dettagli – come la prima per il Sud Italia della Gauthier Dance di Stoccarda – o creando eventi ed opportunità affinchè la Danza possa avere una fisionomia riconoscibile. Più di tutto, quello cerco di fare è dare sempre più concretezza ad un lavoro di squadra dove il territorio, nelle sue diverse professionalità e profili, possano essere sì messi in valore, ma possano concorrere insieme a dare sempre più visibilità al nostro comparto. In una società sempre più individualizzata, celebrare il lavoro di squadra diventa quasi un atto di resistenza. Ricordare che lo sforzo collettivo è ciò che permette a tutti di sentirci parte di ogni piccolo risultato, è quanto di più mi sta a cuore”.
– Cosa c’è nel futuro di Mauro de Candia?
“Spero ancora tanti bei momenti di danza da vivere e condividere insieme a tante persone che, come me, credono nella potenza della danza come linguaggio in grado di avvicinare tutti e tutte indistintamente”.





































