Tra una cover di “Despacito” e una di “Bailando”, passando per altri successi di generi differenti, i ragazzi facenti parti del trio strumentale Despatrio, in pochi giorni hanno ottenuto una certa fama sul web, e hanno deciso di mettere su un progetto musicale. I tre, Francesco Convertini al violino, Nicolò Peres al cajòn e Donato Matera al piano, sono amici di vecchia data, da circa dieci anni e hanno imparato a suonare insieme nella Parrocchia del Buon Pastore, a Barletta. «Un buon allenamento, -la definiscono- suonare in Parrocchia ci ha dato la possibilità di sperimentare, di improvvisare, iniziare a suonare insieme e orientarci con il nostro orecchio». Ma il passaggio dai locali della parrocchia all’apprezzamento del web è stato inaspettato e improvviso. «Nicolò voleva dar vita a un gruppo acustico già da tempo, – affermano- poi ci ha proposto di riprodurre un nostro arrangiamento di Despacito e di pubblicarlo sul suo profilo Facebook. È stata una cosa molto improvvisata ma ha avuto subito un discreto successo. Ne abbiamo caricato un altro e, visti gli apprezzamenti crescenti, abbiamo creato una pagina che ha già ottenuto circa 700 mi piace in pochi giorni. Non ci aspettavamo un tale riscontro, non avevamo neanche intenzione di creare un gruppo, ma ora cercheremo di pubblicare un video ogni sabato pomeriggio».

DespaTrioUna ventata di novità li caratterizza, a partire dalla formazione – cajon, tastiera e violino- che loro per primi definisco atipica rispetto ai gruppi strumentali, che di solito prevedono una chitarra e un basso. E questa atipicità si rispecchia anche nelle loro esecuzioni, che reinventano e reinterpretano i successi del momento con uno stile particolare e del tutto nuovo. Anche per questo non si identificano in un genere vero o proprio, si cimentano per lo più in musica commerciale o reggaeton, puntando sulle ultime tendenze, con lo scopo di fornire una propria originalissima versione. E il loro segreto è forse proprio questa spontaneità. L’unico desiderio che li spinge è quello di divertirsi e divertire. «Forse questa mancanza di pretese e la voglia di divertirsi è stata percepita e ha attirato molte persone. Il web è sicuramente un ottimo strumento per iniziare e farsi conoscere, ma ha in sé delle insidie, molta concorrenza e a volte problemi causati dai cosiddetti “haters”. Per distinguersi bisogna cercare di proporre cose nuove, improvvisare. La città non offre molte possibilità di esprimersi, ma speriamo di poterci confrontarci con un pubblico dal vivo tra un po’ di tempo. Per ora è tutto molto nuovo e inaspettato, e vogliamo metterci ulteriormente in gioco iniziando delle collaborazioni, che pubblicheremo sulla nostra pagina nelle prossime settimane».