Il 20 maggio, presso la parrocchia Buon Pastore si è tenuta un’assemblea pubblica, al fine di chiarire il punto della situazione e sfatare le calunnie che negli ultimi mesi  hanno ostacolato il progetto della nuova casa canonica. «Il progetto ha subito molte critiche, ed è stato strumentalizzato per fini politici da oppositori che si sono serviti degli organi di informazione- ha affermato Don Claudio, presente all’incontro insieme al parroco don Mimmo Minervini  L’assemblea è stata un’occasione per ricostruire la storia del progetto, che fa parte del completamento delle opere parrocchiali del Buon Pastore. Non è un qualcosa di estraneo alla parrocchia, e non potrebbe mai essere utilizzato per altri fini, come si è cercato di insinuare.
«Inoltre il progetto è finanziato dall’ 8 x 1000, e fa parte di un finanziamento per le case canoniche al sud.– ha aggiunto- Infatti, mentre al nord si sono sempre costruite parrocchie con case canoniche, al sud c’era l’abitudine per i sacerdoti di continuare ad alloggiare nelle loro case. Ora, dato che spesso vengono nominati sacerdoti provenienti da città limitrofe, è diventata una necessità. Ed è importante che i sacerdoti, o anche eventuali ospiti della parrocchia, abbiano una legittima residenza. Non si tratta di una casa personale del sacerdote, non può essere resa vendibile, appartiene alla comunità». Infine il sacerdote ha specificato che la struttura fra 60 anni ritornerà nel patrimonio del Comune di Barletta. «Non è una cosa trascurabile che una struttura costruita con finanziamenti esterni, possa poi entrare a far parte del patrimonio comunale. La casa canonica, con il piano terra adibito ai fini ricreativi dell’oratorio, rientra nelle opere di urbanizzazione secondaria che hanno fine sociale, pertanto, è un’opera sottoposta alla legge dello Stato, è un servizio al quartiere e alla parrocchia».

Significativa ai fini dell’incontro è stata la presenza dei consiglieri Caracciolo, Peschechera, Giuliana Damato e Grimaldi, e dell’assessore Azzurra Pelle, che hanno confermato il loro appoggio nei confronti del progetto e si impegneranno affinché sia approvato nel prossimo consiglio comunale, dopo le spiacevoli situazioni che, per ben sette consigli, hanno provocato il rinvio di tale atto.