Sarà presentato domani, martedì 30 maggio (ore 18,00 a Palazzo Della Marra), nell’ambito delle iniziative del Maggio dei Libri, il volume “Pietro Nenni – Socialista, libertario, giacobino. Diari 1973-1979“, a cura di Paolo Franchi e Maria Vittoria Tomassi (Editore Marsilio Nodi). Coordinerà i lavori l’on.le Franco Borgia che, insieme al l’Università di Bari, dialogherà con Paolo Franchi, giornalista e editorialista del Corriere della Sera, curatore del volume. L’iniziativa è della Fondazione Giuseppe Di Vagno di cui il Comune di Barletta è socio. Saranno presenti il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella e il Presidente della Fondazione Di Vagno Gianvito Mastroleo. L’iniziativa sarà preceduta dalla deposizione di una corona davanti alla lapide che ricorda la figura di Giuseppe Di Vagno (1889-1921) politico socialista ucciso da squadristi fascisti a Mola di Bari al termine di un comizio.

Il libro, che sarà poi presentato  all’attenzione dell’opinione pubblica, riporta la figura di Pietro Nenni che per oltre mezzo secolo ha rappresentato la storia e gli ideali del Socialismo e del Partito Socialista Italiano.  Nato a Faenza nel 1891, isola bianca nella Romagna gialla (repubblicana) e rossa (socialista), da una famiglia povera, Pietro Nenni rimane ben presto orfano di padre e la madre è costretta a fare i lavori più umili per poter mantenerlo agli studi. Inizialmente aderisce al movimento repubblicano. Durante la “settimana rossa” conosce il carcere Benito Mussolini. Aderisce al socialismo. E’ qui che le strade di Nenni e di Mussolini si dividono: Mussolini fonda e diventa capo indiscusso del fascismo, invece Nenni rimane fedele agli ideali del “sol dell’avvenire” e diventa uno dei massimi esponenti dell’antifascismo, della democrazia e della sinistra italiana e del socialismo e italiano ed internazionale: dalla Spagna alla Resistenza italiana la presenza di Nenni è assidua e di sicuro punto di riferimento per tutti i democratici. “La democrazia è sacra e va difesa a tutti i costi, anche con le armi, se necessario”, è il suo pensiero. Rientrato in Italia dopo la caduta del regime, Nenni assume la guida del Partito Socialista e affronta in prima persona la battaglia a favore della Repubblica; il suo motto è “O la Repubblica o il caos”, cui segue un ancora più apocalittico “La Repubblica sarà socialista o non sarà”. La bufera del ’68 travolge l’ispirazione riformatrice ipotizzata all’inizio degli anni ’60 con le prime esperienze di centrosinistra e la carriera dell’ormai vecchio Nenni volge al termine.

L’ultimo significativo atto di Nenni è l’appoggio al fronte divorzista nel referendum del 1974 voluto dalla DC di Fanfani e dal MSI di Almirante. Una battaglia di civiltà vinta che contribuisce a cambiare il paese. Nenni muore il 1 gennaio del 1980 quando il suo partito è saldamente nelle mani di Bettino Craxi. Pietro Nenni amava ripetere che “è socialista chi si occupa degli altri”; non a caso Enzo Biagi disse di Lui: “Conosceva la gente”.