Quella della Fanova è una tradizione molto sentita in tutta la Puglia e in altre regioni del Sud Italia, ma in particolare Barletta vive la vigilia dell’Immacolata come una festa a tutti gli effetti. Non mancano i rituali, le magiche attese, i piatti tradizionali come le celebri frittelle e tutti i contorni che fanno da sfondo ad un evento da cui prenderanno il via le festività natalizie. Proprio per questo nella scorsa sera a Barletta ha preso vita uno spettacolo suggestivo e popolare, che ha raccolto migliaia di cittadini e turisti attorno al gigantesco falò sulle Mura di San Cataldo.

Il falò è stato realizzato dal gruppo barlettano “Barlett e Avest” in collaborazione con numerosi volontari e amici che hanno contribuito a raccogliere legna a sufficienza per montare un primo gigantesco cumulo da dare alle fiamme nella fatidica notte dell’Immacolata. Purtroppo qualche malintenzionato ha deciso di “guastare la festa” dando alle fiamme il tutto due giorni prima la data prefissata, ma i giovani volontari non si sono lasciati intimidire da quest’atto vandalico e hanno sin da subito ripreso a raccogliere cumuli di legna sino a quando non è stato possibile creare un insieme gigantesco, decisamente più imponente del primo. Molti sono giunti dalle città limitrofe con camion pieni di materiale per la fanova, segno del forte senso di solidarietà che lega la città di Barletta e le altre dei dintorni attorno ad una tradizione secolare, vissuta intensamente dalla cittadinanza.

Anticamente nel giorno che precedeva l’Immacolata si praticava il digiuno ed è nel seno di questa tradizione che nasce l’abitudine di preparare frittelle, un cibo poverissimo, ottenuto con acqua, farina ed un pizzico di sale. La consuetudine vuole infatti che le frittelle vengano al massimo riempite con rape e ricotta o pomodoro e mozzarella, insomma ingredienti semplici sempre disponibili in una casa barlettana che si rispetti. Nel secolo scorso per far sì che i bambini reggessero il digiuno precedente l’8 dicembre, si preparavano loro dei taralli zuccherati, consegnati all’esclamazione “tared e criatour”.