Venerata ed amata da tutti i barlettani, la Madonna dello Sterpeto, patrona di Barletta, è rappresentata su un’icona antichissima, sul cui ritrovamento esistono diverse ipotesi storiche. La Madre di Dio, rappresentata su di un fondo oro in tunica rossastra, con un manto verde a bordatura dorata, regge il bambinello sul braccio destro. Uno sguardo dolce e pieno d’amore quello che caratterizza la Vergine, un messaggio chiaro di bontà che si rivolge ai fedeli.

Il quadro su legno è caratterizzato da cinque pezzi differenti, con una pittura eseguita a tempera. Ma chi è esattamente l’autore del quadro? Quando fu ritrovato nel territorio di Barletta? Le primissime notizie si ritrovano in una cronaca di Foggia che va dal 1731 sino al 1782. Diverse le ipotesi formulate dagli storici nel corso degli anni sulla figura.

La prima ipotesi narra che l’icona sacra sia stata portata in città nel corso della persecuzione iconoclasta dell’VIII secolo, un’azione con la quale si intendeva eliminare la venerazione delle immagini sacre in Oriente. Un’ipotesi che spiega la presenza di diverse icone di stile bizantino in Italia ed in particolar modo nell’area dell’antica Magna Grecia. In particolare questa ipotesi fa riferimento alla Puglia, in quanto proprio in regione pare trovarono rifugio i monaci perseguitati in Oriente, in quanto sostenitori proprio del culto verso le immagini sacre.

La tradizione popolare parla invece di un ritrovamento dell’icona nel periodo della peste del 1656. La seconda ipotesi invece data il dipinto al IX secolo e lo attribuisce ad un artista pugliese, forse proprio barlettano, in quanto in Puglia, proprio durante il periodo di dominio greco, prosperò l’arte bizantina. Queste ipotesi sono state però svalutate in quanto l’iconografica tipica della Madonna della tenerezza, come appunto quella della Madonna dello Sterpeto, non era generalmente presente nell’arte bizantina prima del X secolo.

Stando a quanto si ritrova nella terza ipotesi, l’icona è stata portata in Puglia dai Crociati provenienti dalla Palestina. La probabilità di questa ipotesi si fonda su due constatazioni. Ai tempi delle Crociate sulla costa adriatica pugliese esisteva in corrispondenza della chiesa-convento benedettino dello Sterpeto, un approdo detto “Porto del Papa”, dal quale partivano le imbarcazioni utilizzate dai crociati. Si pensa quindi che un gruppo di crociati, di ritorno dall’oriente, possa aver lasciato l’icona mariana, proveniente dai territori delle Crociate, direttamente in quella chiesa.

Durante i lavori di restauro dell’icona del 1979 è comparsa, in alto a destra sul dipinto, una traccia pittorica di una cornice che probabilmente risale, stando ad un’analisi approfondita dei colori, proprio ai tempi delle Crociate. Da qui parte una verità forse più vicina alla realtà storica: la quarta ipotesi, formulata grazie al prezioso contributo dell’arte del restauro.

La quarta ipotesi sostiene infatti che nella seconda metà del 1500, fu raschiata la primitiva immagine mariana, probabilmente risalente al XII secolo. Incastonato il precedente volto bizantino della Vergine, fu rifatto il resto del disegno, giunto all’attuale forma in seguito a rimaneggiamenti ed interventi di restauro. Quest’ipotesi fu accreditata dal dottor Michele Giove, della Soprintendenza dei Beni Culturali della provincia di Bari, che si occupò dell’ultimo restauro, confermando che il volto della Vergine era di diversa fattura rispetto al resto del disegno.

L’attuale Protettrice della città di Barletta resta incastonata nella sua incredibile bellezza, venerata dai Fedeli aspetta nella sua casa del mese mariano, la cattedrale di Barletta, che i suoi figli si rechino a trovarla.