E’ stato presentato in Fiera, nella giornata di chiusura del Forum Mediterraneo in Sanità 2019, il rapporto 2019 “La cura e la persona – La valutazione partecipata dell’umanizzazione negli ospedali di Puglia”. All’edizione 2019 hanno partecipato 59 ospedali per acuti (33 pubblici e 26 privati) e 7 ospedali riabilitativi (2 pubblici e 5 privati). Nel corso dei tre anni si è registrato un miglioramento complessivo per tutte le strutture di 1,5 punti. Nel 2017, infatti, la valutazione era di 5,8, nel 2018 è cresciuta a 6,9 fino ad arrivare a 7,3 nel 2019.

I criteri di valutazione hanno riguardato: processi assistenziali, organizzativi orientati al rispetto e alla specificità della persona; accessibilità fisica, vivibilità e comfort dei luoghi di cura; accesso alle informazioni, semplificazione e trasparenza; cura della relazione con il paziente e con il cittadino. Per tutti e quattro i parametri è stato registrato un incremento rispetto al 2018: per il primo +6% ; per il secondo e il terzo +4%; per il quarto +7%.

Per quanto riguarda le strutture per acuti in provincia di Foggia al primo posto c’è la casa di cura Opera Don Uva di Foggia con un punteggio complessivo pari a 8,8; sul secondo gradino del podio la casa di cura San Michele a Manfredonia con 8,4 punti; al terzo la casa di cura Professor Brodetti Foggia con 8,3 punti. Tra le strutture pubbliche, in provincia di Foggia, la prima è gli ospedali riuniti di Foggia con 7,5 punti.

Nella provincia Bat al primo posto l’ospedale Vittorio Emanuele II di Bisceglie (6,5 punti); segue l’ospedale Dimiccoli di Barletta (6,1); chiude l’ospedale Bonomo di Andria (5,9). In provincia di Bari primeggia la casa di cura Santa Maria (8,8 punti); al secondo posto l’ospedale San Paolo di Bari (8,7 punti); al terzo posto della classifica ospedale della Murgia di Altamura (8,6 punti). Nell’area del tarantino è l’ospedale San Pio di Castellaneta la migliore struttura per umanizzazione con 8,1 punti; subito dopo c’è la casa di cura Villa Verde di Taranto con 8 punti; sul terzo gradino l’ospedale Santissima Annunziata di Taranto con un punteggio di 7,8. In provincia di Brindisi si afferma la casa di cura Salus di Brindisi (8 punti); al secondo posto l’ospedale Perrino di Brindisi (7,2 punti); terzo l’ospedale Camberlingo di Francavilla Fontana (6,6 punti). Nell’area di Lecce al primo posto a pari punti (8,3) si piazzano l’ente ecclesiastico Panico di Tricase e la casa di cura Città di Lecce; al secondo posto l’ospedale Delli Ponti di Scorrano a pari punti con l’ospedale Santa Caterina di Galatina (8,1 punti); terzi la casa di cura Villa Bianca di Lecce e la casa di cura San Francesco di Galatina (8 punti). Punteggio medio per provincia: 6,9 per Foggia; 6,2 per la Bat; 7,9 per Bari; 7,2 per Taranto; 6,9 per Brindisi; 7,5 per Lecce.

Ad aggiudicarsi la migliore performance 2019 in tutta la Puglia per gli ospedali pubblici è l’ospedale San Paolo di Bari. La classifica ha valutato anche il miglior impegno rispetto al 2018: a riportare l’incremento percentuale di punteggio maggiore sono l’ospedale San Giuseppe di Copertino (+20,9%), l’ospedale Tatarella di Cerignola (+18,3%) e l’ospedale Santa Maria degli Angeli (+18,2%).

Nel settore privato la miglior performance 2019 è quella della casa di cura Santa Maria di Bari. Il miglior impegno inteso come il maggiore incremento rispetto all’anno precedente va all’opera Don Uva di Foggia (+73,1%). Subito dopo la casa di cura Villa Bianca di Lecce (+20,5%) e la casa di cura San Michele di Manfredonia (19,4%).

Tra le strutture riabilitative primo posto per il Don Uva di Bisceglie (9,7 punti) che stacca nettamente l’Ircss Medea di Brindisi (7,1 punti). Terzo Neuromotulesi di Ceglie Messapica (6,6 punti).

Durante il convegno, presentati anche i dati 2019 dell’analisi sulla soddisfazione dei dipendenti delle strutture sanitarie pugliesi. “Dall’analisi effettuata sul clima interno dei dipendenti sanitari pugliesi è venuto un fuori un quadro positivo – spiega Nicola Bellè della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa – tra i virtuosismi c’è l’orgoglio di appartenere e lavorare per il sistema sanitario pugliese, senz’altro, un dato in linea con i migliori risultati nazionali. Un secondo dato peculiare è il senso di realizzazione e la percezione di sostenibilità, mi riferisco ai ritmi di lavoro, valutato positivamente da tutte le famiglie professionali. La percentuale dei soddisfatti, in questo caso, è nettamente superiore a quella degli insoddisfatti. E badate bene che non è un dato scontato perché in particolare per alcune famiglie professionali, quali i medici e gli infermieri a contatto con l’operatività quotidiana, troviamo dei segnali d’insofferenza. Un terzo punto, per alcuni indicatori abbiamo osservato un leggero miglioramento tra il rilevamento del 2019 e quello del 2017. In particolare, sulla conoscenza degli obiettivi delle aziende e dei risultati. Il rovescio della medaglia c’è e riguarda la partecipazione a queste analisi. Questa è una grossa opportunità per i dipendenti perché da loro voce e consente di partecipare al miglioramento dell’azienda. Su questo punto c’è stata una piccola perdita, quasi 1,5% rispetto al 2017; cosa che non abbiamo rilevato nelle altre regioni italiane dove, invece, i dati sono in aumento. Perché le persone non partecipano? Non per scetticismo – continua – altrimenti non si spiegherebbe perché in alcune aziende sanitarie pugliese abbiamo alte partecipazioni. La vera leva è far capire che questi dati servono veramente, che questo ascolto avviene realmente. In questo senso, a valle della lettura, è importante dare indicazioni concrete di miglioramento, altrimenti le persone in una successiva analisi non parteciperanno “.