Abbiamo incontrato una delle figure più discusse delle ultime settimane della Giunta Cannito, l’assessore alle Politiche Sociali, Marianna Salvemini.

La sua nomina ha fatto seguito, come noto, a quella di suo fratello Nicola, sostituito alla guida dell’assessorato alle Politiche Sociali per ottemperare alle richieste della legge sulla Parità di Genere in Giunta: già la nomina del primo fece storcere il naso anche a parte della maggioranza, perché figlio di un ex consigliere comunale vicino alla storia politica di Cannito; ma sebbene lì il “familismo” era da leggere fra le righe, nella sua scelta non c’è dubbio. Qual è la sua opinione?

«In merito a ciò si è già detto tanto, la polemica che si è sollevata ha dato adito a più voci di dire la loro. Quando sono stata chiamata a questo “passaggio di testimone”, perché così lo definisco, ho vissuto la proposta da una parte come grande opportunità di poter contribuire all’interno di un Assessorato così importante, per l’attuazione di progetti utili, ma dall’altra parte, è ovvio, ho avvertito dei turbamenti perché comunque s’innescano dei meccanismi politici; nel momento in cui sai di essere una persona coscienziosa, con dei valori e soprattutto con una dignità e un’etica indiscutibili, alla fine ti disturbano relativamente. Ad ogni modo, penso che il discorso ‘familismo’ spesso venga considerato come un deficit, come una sorta di fattore negativo. In realtà, deve essere anche menzionato come un valore aggiunto: avere un legame con una famiglia i cui componenti, mio padre nel merito della questione e mio fratello ancor più nel merito, che negli anni hanno dimostrato di aver fatto sempre e solo del bene per la città, costruendo una reputazione oggettivamente positiva; quindi essere associata a queste illazioni per me è stata vissuta più come un valore aggiunto che non una cosa di cui doversi preoccupare. Ho fatto in modo di non perdere di vista l’obiettivo, di non farmi destabilizzare e di non farmi distrarre. Nel Settore delle Politiche Sociali c’è davvero tanto da fare e non abbiamo spazio per queste distrazioni».

Non teme che questo discorso sulla “parentela” possa mettere in dubbio la qualità del suo lavoro come assessore?

«Assolutamente sì: è come se fossi partita con dei punti in meno, anziché partire da zero e cominciare a dimostrare, per rendere noto quanto le mie capacità in ambito sociale possano davvero essere motivo di soddisfazione. Sono partita con un carico sulle mie spalle davvero pesante, del quale sto cercando pian piano il più possibile di alleggerirmi. Ho fatto sì che il mio ingresso potesse essere considerato come un valore aggiunto all’Amministrazione, considerando che lo stesso sindaco Cannito ha voluto la mia presenza all’interno della Giunta, e di questo bisogna rendergli atto e sottolinearlo. E quindi, in virtù del fatto che lui avesse investito in noi – parlo al plurale ancora – tanta di quella fiducia, è doveroso per noi dimostrargli che non può essersi sbagliato. In virtù di quel “problema” inerente alle Quote rosa, avendo mio fratello già avviato un percorso costruttivo e fruttuoso all’interno dell’assessorato ed avendo quest’urgenza, si è ritenuto di offrire a me questa possibilità».

È ormai trascorso ampiamente il primo mese della sua esperienza: l’assessorato alle Politiche Sociali è molto impegnativo, perché vicino alle necessità di molti barlettani. Su cosa vorrà dedicare i suoi principali sforzi in questo lavoro?

«È poco più di un mese che sono entrata a far parte di questa grandissima squadra, che è quella dell’assessorato ai servizi sociali ed è stato un mese intensissimo: ho avuto la possibilità di conoscere il personale del Settore Servizi Sociali, composto da persone squisite e dedite al lavoro, che vanno davvero veloci per il raggiungimento nel minor tempo possibile degli obiettivi prefissi. Ho trovato un ambiente molto stimolante, e spesso questo non si sottolinea, ricordando solo ciò che non va; c’è gente che mette a disposizione le proprie capacità e conoscenze. Ci sono molti progetti a cui dar vita e che sono fermi ormai da tempo; il Settore è uno dei più interessanti, perché ha a che fare con la gente in maniera diretta. Ho avuto modo di incontrare cittadini che dicevano “Ah, mi ha accolto Assessore, non me lo aspettavo”, perché non erano abituati. Una delle vie per valorizzarlo è la comunicazione sulle grandi cose che s’intendono fare, ma anche sulle possibilità in atto per i cittadini. I barlettani devono poter conoscere le possibilità e le alternative per agevolarli nelle loro legittime richieste. Può essere che si trovino modalità che aiuterebbero in maniera molto più concreta e lungimirante, per un inserimento sociale e lavorativo, rispetto ad un contributo irrisorio che viene dato, erogato ed esaurito nel giro di poco tempo. C’è bisogno di dare informazioni attraverso i media, con un contatto diretto. Sulla mia scrivania ci sono già una serie di progetti da attuare, già da quest’anno. Uno dei primi riguarda l’affidamento minorile, per togliere gli adolescenti/minori dalle case di accoglienza poiché, per quanto funzionino bene, questi ragazzi hanno bisogno di una casa, e quindi l’idea è di sensibilizzare e formare anche un’equipe che selezioni le famiglie, perché sono tante quelle che vorrebbero prendere in affido i minori; questo percorso è spesso visto come qualcosa d’inarrivabile, irraggiungibile, e per questo a volte accantonato. Dal 1 gennaio, è partito il bando di gara per l’affidamento dei servizi del Centro polivalente (ex Angioletto). Contiamo di raccogliere quante più adesioni possibili. Per il momento, ne sono arrivate già un po’, però non vogliamo indire una scadenza perché i soggetti che hanno i requisiti per gareggiare abbiano modo di parteciparvi. Oggi, invece, si chiude la possibilità di presentare la domanda per i 7 assistenti sociali, che saranno inseriti nel discorso del contrasto alla povertà, a supporto di quelle famiglie e di quelle persone che vivono questo disagio, per essere affiancati sul territorio da professionisti che possano aiutarli nell’inserimento sociale».

Questione contributo comunale per la Caritas: come mai il sostegno è stato dimezzato quest’anno?

«Anche questa è stata una polemica, chiarita per fortuna, che risale ormai a settimane fa e di cui spero sia stata data abbondante spiegazione anche da parte di altri esponenti. Il Sindaco ha dato spiegazioni dettagliate. Avremo modo di sostenere sempre la Caritas giorno dopo giorno e passo dopo passo. Anche con progetti come l’apertura del Centro Polivalente Angioletto, il Servizio PIS (Piano d’Intervento Sociale); sono tutti obiettivi che andranno a dare ulteriore supporto anche al lavoro che ormai da anni svolge la Caritas. Quindi, il territorio non perde assolutamente nulla, perché si compensa il minor contributo con una rete d’iniziative e strutture ’alleate’ della Caritas. L’Amministrazione comunale continuerà ad esserci per la Caritas: da parte nostra c’è la più totale collaborazione».