Un momento fondamentale di ascolto, quello promosso ieri mattina dal sindaco Mino Cannito e dall’assessore alle Politiche Sociali, Marianna Salvemini, naturalmente tramite una videoconferenza, cui l’emergenza sanitaria in atto ci ha abituato, con alcuni rappresentanti di realtà associative e non, che riguardano la disabilità nel nostro Comune. Solo alcune associazioni, per la verità, quelle che si erano già fatte sentire nei giorni passati dai Servizi Sociali, avanzando alcune proposte per l’Amministrazione, al fine di rispondere alle urgenti necessità, spesso silenziose, che tante famiglie di disabili di Barletta stanno affrontando a causa dell’emergenza legata al Coronavirus. All’incontro virtuale ha partecipato anche una rappresentante dei Servizi Sociali del Comune di Barletta, Marina Ruggero. Le associazioni coinvolte ieri mattina erano l’ANGSA, DIVERS FUTURE FAMILY, AMARAM, l’associazione “L’arte del sorriso”, oltre una rappresentante del Comitato di famiglie di ragazzi autistici “Famiglie Insieme”. Fanno sapere da Palazzo di città che qualora ci fossero altre associazioni che volessero segnalare delle loro proposte, saranno bene accette.
Postiglione per l’AMARAM ha denunciato il mancato pagamento delle mensilità di tutto il 2020 per l’assegno di cura, per cui risultano assegnati dal Comune circa 15.000 € per 300 persone richiedenti; è chiaro che le malattie rare, pur nella loro specificità, necessitano di esami, visite mediche e accertamenti che sono stati sospesi in questo periodo. Inoltre, è stato richiesto un centinaio di mascherine FFP2, soprattutto per andare incontro ad un fattore che spesso coinvolge i “rari”, cioè il sistema immunitario basso, per cui risultano necessarie anche come presidii per chi assiste queste persone. Presto detto: il Sindaco ha assicurato l’ok dalla giornata di oggi. Richiesta la ripresa delle attività ludico-ricreative e di assistenza domiciliare da parte di OSS ed educatori, fondamentali per i genitori di figli autistici, con neurodiversità, per riprendere i percorsi di vita rimasti interrotti per il lockdown. Non si deve far perdere il feeling a questi ragazzi con i loro educatori, che è necessario attrezzare con le giuste garanzie di protezione. Si vuole sapere come le cooperative di assistenza locali si stanno organizzando e quando potranno riprendere il loro lavoro, anche attraverso nuove forme di organizzazioni.
Il problema è che questa lunga quarantena, non ancora conclusa ma solo attenuata, rischia di calcare ulteriormente il concetto della vulnerabilità dei disabili, già di per sé molto accentuato. È necessario esplicitare tutte le regole previste (speciali e non) per questi soggetti: cosa è possibile fare con il caregiver (che può anche non essere un familiare), quali saranno i servizi che potranno riprendere (fisioterapia, farmacia comunale, ecc.)… Naturalmente tutto deve avvenire nel rispetto dei decreti nazionali e delle varie disposizioni regionali. Cannito si è detto favorevole alla proposta dell’apertura di alcuni spazi verdi pubblici, anche sull’esempio di altre città, unicamente per i disabili e i loro accompagnatori in questo periodo di emergenza. Questa potrebbe essere un’importante soluzione sia per chi ha delle disabilità motorie, ma anche per le disabilità psichiche. Il Primo cittadino ha ricordato che molti interventi saranno possibili unicamente con l’intervento della Regione, non essendoci più disponibilità finanziarie in quanto si sono ridotte le entrate. Verranno convocate le cooperative per verificare l’opportunità di agire secondo gli standard di sicurezza previsti. Tutti siamo chiamati al rispetto delle regole, con il massimo delle responsabilità, anche perché bisogna comprendere che ogni ipotesi di miglioramento della nostra situazione è possibile se la curva dei contagi continuerà a decrescere.