“Sogno di una notte di mezza estate” non e’ il titolo della famosissima commedia scritta da William Shakespeare ma l’aspirazione piu’ che legittima, da parte dell’associazionismo sportivo dilettantistico tutto (di cui il tennistavolo e’ una pregiatissima icona), di fare rientro (anche se nel momento piu’ rovente dell’anno solare) negli impianti sportivi scolastici, chiusi dalle Autorita’ competenti quattro mesi e mezzo or sono a seguito del repentino e rapido  propagarsi del Coronavirus.Il periodo seguito alla disposizione or ora menzionata e’ stato inequivocabilmente tra i piu’ mesti per la Nazione, costretta ad un’autentica limitazione delle liberta’ individuali in nome della salvaguardia della salute pubblica.Non vi e’ stata una sola attivita’, dunque, che non sia stata costretta a fermarsi e lo sport, tra le piu’ sociali delle attivita’, ha dovuto rispettare scrupolosamente il semaforo rosso. Il microcosmo “genuino e tenace” del dilettantismo ha dovuto, obtorto collo, spegnere i motori e confidare in una rapida soluzione dell’emergenza sanitaria.Per tutte le a.s.d. ha avuto inizio,quindi, uno stop con incommensurabili danni economici (a seguito della mancata riscossione delle quote mensili di frequenza e, dato tutt’altro che trascurabile, delle sporadiche erogazioni liberali). Tutte le a.s.d. si sono ritrovate, nel periodo tristemente noto con l’angosciante inglesismo “lockdown”, ad avviare un vero e proprio “conto alla rovescia” nella speranza di potere riprendere quanto prima la loro attivita’.Il countdown catartico, dopo quattro mesi e mezzo, non puo’ dirsi affatto concluso: pare, altresi’,che abbia subito un indecifrabile break ad ulteriore danno dell’associazionismo dilettantistico, gia’ in tragiche condizioni a seguito dei decreti restrittivi emanati dalla Presidenza del Consiglio nei giorni piu’ ” grigi” dell’emergenza sanitaria.A proposito dei decreti, quello dello scorso 17 maggio sembrava dovesse porre fine  all’interminabile Via Crucis delle a.s.d. e invece si e’ rivelato un illusorio “miraggio nel deserto”.Quale altro accadimento ha reso ancora piu’ beffardo il destino dell’associazionismo dilettantistico?

All’interno del D.P.C.M. teste’ menzionato il ministro Spadafora dispose la riapertura, a decorrere dallo scorso 26 maggio, di tutte le palestre (sia pubbliche che private).Se questa disposizione fosse stata applicata ad litteram, oggi tutte le associazioni sportive dilettantistiche, nonostante l’elevata temperatura che caratterizza questa fase della stagione balneare, sarebbero particolarmente operative nel disperato tentativo di porre rimedio alle enormi perdite rimediate nei mesi di “blocco totale”.Ed invece di essere ai titoli di coda di un film giallo, siamo ancora all’incipit di un lungometraggio di pessima fattura.
La tanto elogiata autonomia degli Enti locali, farcita di indecifrabile burocrazia, ha avuto lo straordinario potere di allontanare la soluzione che era davvero a portata di mano.Si e’ cominciato ad attribuire una spropositata importanza alla sanificazione degli ambienti adibiti ad uso sportivo, fingendo di non sapere che quest’onere compete esclusivamente agli Enti proprietari degli immobili (Comuni, Province, Regioni) e non invece ai soggetti fruitori degli stessi (le a.s d.). In questo modo si e’  sperperato tempo prezioso e, quel che e’ peggio, si e’ arrecato un danno ulteriore ai sodalizi dilettantistici, gia’ sull’orlo del precipizio.Questa confusione sulle competenze ha trasformato la sanificazione in una sorta di scoglio insormontabile.Lo status quo ha indotto un gran numero di Comuni italiani ad impedire la ripartenza dell’attivita’ sportiva indoor, utilizzando la sanificazione come paravento dietro cui celarsi per non adempiere.La Citta’ della Disfida, ovvero quella che diede i natali all’indimenticabile Pietro Mennea, ha dato l’impressione di non volere rientrare nel novero di quei Comuni assolutamente ostili alla ripartenza dell’attivita’ sportiva indoor. Nel corso di un incontro con le a.s.d. barlettane, sia il Primo Cittadino dott. Mino Cannito che la dott.ssa Caterina Navach (Dirigente Settore Sport del Comune) hanno tranquillizzato i sodalizi presenti al consesso in merito ai costi delle sanificazioni, illustrando agli stessi le relative modalità.La buona volonta’ dell’Amministrazione Comunale,purtroppo, rischia di essere vana dal momento che all’orizzonte si e’ profilato un nuovo ostacolo, un ostacolo che rischia di decretare davvero la thanatos prematura di quasi tutte le associazioni sportive dilettantistiche.Alcuni giorni fa, com’e’ tristemente noto, il ministro della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina ha avuto un’idea tanto geniale quanto inquietante: al fine di garantire il distanziamento fisico tra gli alunni e contrastare la cronica carenza di spazi ampi da adibire all’attivita’ didattica, la titolare del Dicastero ha proposto l’utilizzo delle palestre scolastiche (con relativi lavori di adeguamento) come aule ” confortevoli ed epidemiologicamente sicure”. Una proposta siffatta segnerebbe la fine dell’80 % dell’associazionismo sportivo dilettantistico italiano, fruitore degli impianti scolastici.E non saranno certo i Palasport presenti nelle localita’ italiane a potere rappresentare la “scialuppa di salvataggio” per le tantissime associazioni sportive che praticano attivita’ indoor.Il CONI e le Federazioni Sportive Nazionali (tra le quali  non ha certo brillato per animus pugnandi la FITET) non hanno fatto la necessaria “voce grossa” con il MIUR che, in assenza di fiera opposizione, realizzera’ il folle progetto.Il mondo politico e’ rimasto in “religioso silenzio”,eccezion fatta per il sen. Claudio Barbaro che sta ripetutamente invitando la dott.ssa Azzolina a recedere da quella proposta scellerata.
Sic rebus stantibus, assistiamo impotenti all’eutanasia della parte piu’ pura e piu’ povera dello sport nazionale? Ci sono realta’ associative (tra le quali non si.puo’ non annoverare la Pol. Dil.ASI BARLETTA che tra soli dodici mesi spegnera’ la sua quarantesima candelina) che hanno scritto pagine indelebili e gloriose di storia dello sport italiano e che non accettano di essere condannate a morte dall’incompetenza e dall’assenza totale di considerazione.
Non c’e’ piu’ un solo minuto da perdere: a questo “caos greco” va immediatamente ed energicamentte contrapposto il cosmos. Per la salvezza dello sport ” genuino” e, soprattutto, in segno di rispetto nei confronti di chi ha dedicato una parte consistente della propria esistenza alla pratica sportiva, compiendo inenarrabili sacrifici.
Il “sogno di una notte di mezza estate” si tramuti subito in meravigliosa realtà!