«Ancora una volta siamo costretti ad alzare la voce per testimoniare lo stato di sofferenza di imprese, lavoratori e famiglie, alle prese con la crisi economica rinveniente da quella sanitaria. Gli aiuti promessi sia dal Governo nazionale che dall’Europa sono ancora lontani dall’essere recapitati ai destinatari e tutti gli appelli per allentare la pressione fiscale che, in queste condizioni, diventa insostenibile sono caduti nel vuoto». E’ la preoccupazione per il sistema economico dell’area della provincia Bat è il Presidente dell’Ordine dei Commercialisti ed Esperti Contabili di Trani, Antonello Soldani, che torna a chiedere una ulteriore moratoria sulla pioggia di cartelle esattoriali che sta per abbattersi su imprese e famiglie anche nella regione Puglia. E’ scaduta oggi, infatti, la sospensione delle cartelle esattoriali, decisa inizialmente dal Governo a metà marzo e poi rinnovata sino al 15 ottobre, relative a imposte scadute e non pagate da milioni di contribuenti italiani. Sono 945.000 le cartelle esattoriali destinate ai contribuenti pugliesi (delle 8,9 milioni totali in Italia) e di queste quasi 800mila riguardano mancati pagamenti inferiori a 1.000 euro. Il che si traduce in una evidente sofferenza a carico soprattutto di imprese e famiglie più fragili. Soggetti che hanno una scarsa disponibilità finanziaria e che, proprio per questo, sarà estremamente difficile che lo Stato riesca da incassare ciò che attende.

«E’ del tutto evidente – aggiunge il Presidente Soldani – che un nuovo rinvio della scadenza della proroga consentirebbe a questi soggetti di affrontare con un pizzico di serenità in più questo momento così complicato. Ma, soprattutto, consentirebbe al Governo di non aggravare ulteriormente i propri conti pubblici senza intasare ulteriormente gli uffici esecutivi che si troveranno a dover gestire un flusso enorme di contenziosi fiscali e pignoramenti. I commercialisti sin da subito si sono offerti di fare da collante tra lo Stato ed i contribuenti per non dividere ulteriormente un Paese già lacerato dall’emergenza sanitaria. Sarebbe importante che qualcuno cominci ad ascoltare la nostra voce».