«Dopo quasi un anno (con la breve eccezione dell’inizio dell’attuale anno scolastico) la scuola superiore finalmente ritorna, al 50%, in presenza. Accade ovunque, tranne che in Puglia. L’ordinanza regionale ha esteso alla scuola secondaria di secondo grado la stessa logica che l’amministrazione regionale aveva testato nelle scuole di grado inferiore. Le famiglie, cioè, hanno facoltà di mantenere per i propri figli la scelta della didattica a distanza. E oltre il 70% delle famiglie si è espresso per il mantenimento della didattica a distanza per i propri figli.

A nostro avviso questa impostazione è sbagliata.

In primo luogo la valutazione del rischio, il bilanciamento tra costi e benefici delle scelte, in una materia chiave come l’istruzione, non può essere lasciata alla percezione individuale del pericolo. Le autorità politiche, scientifiche e sanitarie si sono già espresse, e tutte le altre Regioni d’Italia si stanno attenendo a quanto deciso, sul tema della scuola, dal Governo centrale con il supporto del Comitato Tecnico Scientifico. Lasciare agli alunni (o alle loro famiglie) la scelta significa, più che delegare, abdicare a una responsabilità da parte delle autorità.

In secondo luogo, ferma la necessità (anzi, più correttamente: l’obbligo) di tutelare, con il ricorso alla Dad, alunni, docenti e personale ATA fragili e con patologie che mettano a rischio la salute in situazioni di didattica in presenza, occorre ribadire che il benessere psicofisico dei bambini e degli adolescenti passa anche attraverso il confronto, l’interazione, la fisicità dei luoghi.

E ancora: è sotto gli occhi di tutti il caos, in termini di organizzazione e didattica, procurato dalle ordinanze regionali a singhiozzo. La scuola è anche una grande organizzazione di lavoratori e studenti, che non può essere soggetta a cambiamenti (o attese di cambiamenti) a cadenza settimanale. Così come è impensabile avere differenze nella didattica tra gruppi all’interno della stessa classe, o ancora tra classe e classe, o tra indirizzo e indirizzo, in uno stesso istituto.

Per questo chiediamo che sia applicato integralmente e senza restrizioni il DPCM in vigore, che prevede il ritorno alla didattica in presenza al 50%. Chiediamo che sia ritirata l’ordinanza regionale. E chiediamo, ovviamente, che essa non venga prorogata né ne sia proposta una ulteriore di segno e contenuto simili.

Compito della amministrazione regionale è invece dare piena attuazione alle misure previste negli “indirizzi operativi per la riapertura in sicurezza delle scuole”: dai tamponi alla organizzazione dei vaccini, passando attraverso una più efficiente rete di trasporto pubblico locale».

 

Da IISS “Dell’Aquila-Staffa” di San Ferdinando/Trinitapoli i docenti: Stefania Bafunno, Annalena Capacchione, Sabrina Damato, Rocco Di Fonzo, Alessandro Porcelluzzi, Rossana Suriano, Carla Cipriani, Patrizia Riontino, Carmela Mondelli, Luigia Dell’Orco, Antonello Capacchione, Flora Russo, Michele Rana, Anna Bozzi, Rita Digioia, Emanuele Giachetta, Antonella Dell’Aquila, Bianca Ditrani, Serena Masciavè, Salvatore Andreana, Maurizio Bombino, Antonella Roseti, Maria Grazia Miccoli, Antonio Di Gerardo, Margherita Lafata, Micaela Tomaiuolo, Antonio Ceglie, Maria Altomare Netti, Nicola Fasano, Ripalta Panelli, Francesca Dicorato, Annamaria Delvecchio, Nino Landriscina, Maria Forte, Vincenzo Lionetti, Chiara Mastrorocco, Monica Nigro, Vincenza Amoroso, Alessandra Tarquinio, Maria Grazia Guerra, Concetta Moscatelli, Luigi Cellamare, Rosaria Distaso, Antonietta Distaso, Margherita Altamura

Da Liceo Scientifico “C.Cafiero” di Barletta i docenti: Anna Valente, Michela Dedonato, Chiara Abbate, Chiara Damato, Carmen Damato, Silvia Grima, Giuseppe Marcone, Angela Sregola, Rosa Catapano, Sabina Laricchia, Carla Adesso, Filomena Lamacchia, Tiziana Dibari.