«Questi ultimi giorni hanno visto il nostro territorio vittima di episodi di una gravità che non ci sono termini per definire. La morte di Claudio a Barletta la settimana scorsa e l’altro ieri il ferimento di un giovane a Bisceglie sono la punta di un iceberg di un malessere, di un individualismo che fa paura». A scrivere è Anna Chiumeo, presidente dell’Associazione Donne Giuriste Italia Sezione di Trani.  Una morte, un ferimento senza alcun valido motivo, ammesso che ci possa essere una motivazione per uccidere o ferire una persona. Un dolore grande, non solo per le famiglie ma per tutti noi. Come può una serata normale, tranquilla, di festa trasformarsi in una tragedia? Tante sono le domande che bisogna porsi e che molti hanno fatto. Domande che non richiedono parole” bla ,bla,” come direbbe Greta(anche in questa amara circostanza molti  hanno perso l’occasione di tacere e riflettere) ma fatti, comportamenti diversi da quelli che hanno portato alla morte di uno di noi».

«Quella di Claudio, come si dice in giro, è una morte annunciata. Annunciata da uno stato di degrado, che ultimamente sta vivendo Barletta. Una città che non ha un progetto di sviluppo se non legato al cemento. Una citta che abbatte gli alberi e non li sostituisce, anzi copre le buche con l’amato materiale.

Una riqualificazione di un centro storico basato soltanto sull’apertura di locali (ultimi gli H 24 dove non si sa se chi prende la bevanda alcolica corrisponde realmente alla tessera sanitaria inserita),dove passeggiare fra i tanti tavolini e sedie è diventato un allenamento per la corsa ad ostacoli.

Una periferia che oltre ai soliti locali non offre nulla. Niente biblioteche, librerie, cinema, spazi per la socialità

Appunto “la socialità” questa parola strana, sconosciuta. Non la socialità virtuale  che isola sempre più i nostri giovani e anche quelli meno giovani.

Una socialità fatta d’incontri, di attività sportive, artistiche. Ma quale progettualità vera, seria, viene fatta, proposta sulla Cultura,  in un territorio che per il patrimonio artistico e naturale che ha, dovrebbe costituire la prima fonte di lavoro e quindi di ricchezza?

Quali spazi vengono messi a disposizione alle tante Associazioni presenti, che con il loro lavoro silenzioso, pieno di ostacoli(proprio dalle Istituzioni che dovrebbero favorire ed incentivare) continuano a svolgere quotidianamente per dare una motivazione alle  giornate dei tanti ragazzi, che hanno bisogno di opportunità. Quale speranza diamo. Quali sono i modelli che offriamo, che offre purtroppo la classe politica e dirigenziale della nostra città? Litigi ,lotte di poltrone, dove vince il prepotente quello che ha i voti(bisognerebbe chiedersi come li ha ottenuti) non chi ha più idee, più progettualità. L’arroganza, la legge del più forte, anche se è una forza apparente ed effimera.

Ha ragione il Sindaco Angarano, gli ultimi avvenimenti non richiedono solo interventi di sicurezza, più controlli, magari ,ci sia permesso dire con un migliore coordinamento fra le forze dell’ordine, con una maggiore presenza a piedi e in borghese fra le strade della così detta “movida” e purtroppo non solo. Ma questi episodi denotano un grosso problema sociale. Evidenziano la mancanza di un luogo di produzione politica giovanile. Su questo bisogna riflettere seriamente e in fretta.

A Claudio dobbiamo e noi lo facciamo chiedere perdono, per non averlo saputo proteggere e difendere da gesti assurdi. A te Claudio, l’Associazione Donne Giuriste Italia Sezione di Trani, e ognuno di noi singolarmente, promette di incrementare il suo impegno per l’affermazione della legalità, per far comprendere che non bisogna avere paura di esprimere le proprie idee di chiedere sempre a chi occupa determinati ruoli di guardare alle reali esigenze della nostra realtà, dell’esigenze di tutti e non solo di una minoranza prepotente, che è tale perché gli altri tacciono. A te Claudio diciamo che non consentiremo che la tua morte sia stata invana. Alla Città, a tutto il territorio e alle Istituzioni diciamo noi vogliamo collaborare affinchè si abbia un reale cambiamento. Diciamo Noi ci siamo e siamo a disposizione».