Inaugurato ufficialmente questa mattina, presso la Cappella del Castello di Barletta, alla presenza della dirigente comunale al Settore Servizi Sociali, Caterina Navach, la campagna-mostra “Violate”, contro la violenza di genere.

Questo gravissimo problema sociale e culturale, bisogna imparare a riconoscerlo per contrastarlo, e deve essere combattuto con l’aiuto delle istituzioni e della scuola, con ogni sforzo. È proprio questo il fine di tale esposizione, cioè informare e sensibilizzare, soprattutto gli studenti presenti alla cerimonia inaugurale; per prevenire la violenza di genere, l’amministrazione comunale di Barletta ha aderito alla mostra realizzata da “Iniziativa Posto occupato”. SI tratta di dieci illustrazioni stampate su tela del pittore siciliano Lelio Bonaccorso.

«Grazie all’Amministrazione di Barletta, al Commissario e alla dott.sa Navach per aver voluto ospitare la mostra. Il pittore – spiega ai nostri microfoni Maria Andaloro, ideatrice dell’iniziativa “Posto occupato” che ha portato la mostra a Barletta – ha voluto donare queste tavole, per rappresentare “la donna che non c’è più e avrebbe dovuto esserci”, come contributo per il contrasto alla violenza sulle donne. Sono 10 tavole che rappresentano 10 modalità con cui può essere realizzata la violenza sulle donne, dalla molestia sul luogo di lavoro, per finire al femminicidio, che viene tradotto appunto in quel posto occupato, un posto che quella donna avrebbe dovuto occupare e che non potrà più occupare perché è stata uccisa, come dice la statistica, nel 70% dei casi da mariti, amanti, conviventi, compagni o ex fidanzati».

Una delle tavole più rappresentative è quella sulla cosiddetta violenza assistita, cioè la violenza che viene agita all’interno di una famiglia dal marito sulla moglie e alla quale assistono i figli. Attraverso l’illustrazione, un linguaggio più vicino ai giovani, la mostra è rivolta soprattutto a questi: «Non bisogna – prosegue la Andaloro – sottovalutare i sintomi della violenza e renderci tutti responsabili quando avviene una violenza fisica o un femminicidio».

L’iniziativa “Posto occupato” cerca, fin dal 29 giugno 2013, di rendere la società consapevole della violenza quotidiana sulle donne. Ci sono posti occupati in migliaia di comuni dal più piccolo al più grande, nelle università, nei teatri, c’è un posto occupato al Senato, nella sala “Caduti di Nassirya”. «Quando fu occupato quel posto, fu una grande soddisfazione, perché veniva assimilata “la donna che non c’è più” agli uomini caduti in guerra, mettendo le due tragedie sullo stesso livello per gravità. Quindi quel posto è particolarmente significativo».

La mostra resterà fino al 12 dicembre prossimo.