La coalizione politica del centrodestra correrà unita per le prossime Amministrative, supportando la candidatura a sindaco di Barletta di Mino Cannito, primo cittadino uscente dalla scorsa consigliatura troncata dopo poco più di tre anni.

Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega hanno sciolto gli indugi, anticipando le altre coalizioni, e questa mattina hanno presentato la loro decisione in una conferenza stampa presso il Brigantino 2. Come già nel 2018, la candidatura di Cannito è stata benedetta dal senatore barlettano Dario Damiani di FI, alla presenza del consigliere regionale di FdI, Francesco Ventola.

Al tavolo di presidenza erano presenti due esponenti per forza politica, Stella Mele e Gigi Antonucci per FdI, Marcello Lanotte e Giovanni Ceto per FI, Leonardo Rana e Ruggero Grimaldi per la Lega.

Ha sempre tenuto a specificare la sua origine socialista, ma il riformismo di Mino Cannito ha trovato dimora nella coalizione di centrodestra, anche per la connotazione della sua candidatura in chiave “anti-Caracciolo”. Ricordiamo che durante l’estate scorsa è esploso un confronto esplicito sui media locali tra l’ex sindaco e il consigliere regionale del PD Filippo Caracciolo: «Io non ho paura – ha chiarito lo stesso ex sindaco – di denunciare un sistema. Ecco questo è un motivo della mia scelta di tornare a candidarmi: noi dobbiamo cambiarlo questo sistema! Non può andare avanti così: tre sindaci che vengono cacciati perché l’ha deciso un signore, non è una cosa normale, è anomala. Non è democratico, non c’è democrazia». Le polemiche sono proseguite durante i vari interventi pubblici dell’ex primario del Pronto Soccorso.

La coalizione si presenta con le parole chiave “Barletta forte, libera e nazionale”, insistendo, anche nei vari interventi, sulla necessità di tornare a «liberare la città da chi l’ha gestita in malo modo e perseguendo interessi personali in questi anni». Dunque, si vuole proseguire il percorso avviato nel 2018 durato troppo poco, con la promessa da parte di Cannito di evitare di commettere gli stessi errori di quattro anni fa: «non lasciando le chiavi a chi era pronto a tradire me e la città».